Lo scacco: “parlamentarizzata” la crisi di Forza Italia - Live Sicilia

Lo scacco: “parlamentarizzata” la crisi di Forza Italia

In ballo, c'è l'assetto del partito che governa la Regione, a valle di una dirigenza nazionale che non ha la forza per commissariare Miccichè

PALERMO – La partita pirandelliana dentro le due Forza Italia siciliane sta per essere giocata in un nuovo match, che aleggiava da tempo, nonostante i panettoni e gli auguri natalizi tra il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e Gianfranco Miccichè.

In ballo, però, oltre al traguardo di fine anno, condito da scoppiettanti mortaretti del presidente della Regione Renato Schifani e dai siluri dell’assessore al Bilancio Marco Falcone, c’è l’assetto del partito che governa la Sicilia, a valle di una dirigenza nazionale che non ha la forza per commissariare Miccichè.

La parlamentarizzazione della crisi

Quando Mario Draghi annunciò le dimissioni, Mattarella le respinse, invitandolo a “presentarsi al Parlamento”. È la procedura che gli studenti di diritto pubblico apprendono ai primi anni di università. Di solito una crisi nata “fuori” viene condotta nelle aule parlamentari, anche se con Draghi le cose andarono un po’ diversamente.

Con il secondo Giuseppe Conte, la crisi innescata da Matteo Renzi finì in aula.

In Sicilia, però, la crisi che incombe è quella di Forza Italia e arriva all’Ars con il pretesto di azzerare il gruppo dei miccicheiani, utilizzando il regolamento. Esattamente, a decidere saranno i componenti del consiglio di presidenza.

Servirebbe una deroga per consentire, all’ex sottosegretario con delega al Cipe, di continuare a guidare un gruppo parlamentare con tre deputati al posto dei quattro previsti. Nulla di nuovo, l’ex presidente dell’Ars ha ricordato di aver concesso, questa possibilità, 7 volte in 7 anni: “Cinque a partiti di maggioranza e 2 a gruppi di opposizione, cosa scatta per decidere di non darla?”.

La consuetudine non basta

Schifani si gioca tutte le carte possibili, prima ha messo Miccichè all’angolo, tagliandolo fuori dalla giunta. Poi si è acceso lo scontro con Marco Falcone, che insieme agli altri azzurri ha creato il gruppo Forza Italia all’Ars. E adesso arriva il possibile scacco matto: bloccare il gruppo, anche se Miccichè ha annunciato di avere un asso nella manica, il quarto nome.

La partita a scacchi continua, l’ex presidente dell’Ars si guarda allo specchio col nuovo, che non disdegnava le sue stanze, suggeriscono in molti. Ma che adesso si trova al centro tra Ignazio La Russa e Renato Schifani. Regolamento alla mano, vecchi e nuovi amici, equilibri di partito: tutto può cambiare, ma col quarto deputato ogni cosa potrebbe restare com’è.


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