Sicilia no covid la sanità distrutta

Sicilia, non c’è solo il Covid: la Sanità ‘distrutta’ di tutti gli altri

Commenti

    Se qualcuno in Sicilia trova qualcosa di pubblico che funzioni, alzi la mano, grazie

    Buongiorno finché si continua a fare gestire la sanità alla politica,cosa ci si può aspettare?

    E cosa dire dell’assessorato che “spalmava” i dati e considerava posti di terapia intensiva i letti attrezzati senza medici e infermieri. E la scelta ottusa degli ospedali misti che dovevano garantire l’attività no covid, che infatti si è ridotta almeno del 50%. GESTIONE FALLIMENTARE SIA DEL COVID CHE DEL NON COVID. CHE VADA A ROMA COME DEPUTATO , E LIBERIAMOCENE

    Bisogna commissariare la Sicilia altro che elezioni. E’ un magna magna

    Già prima della pandemia, da terzo mondo nei nostri ospedali,adesso ancor peggio

    la sanità siciliana assorbe soldi in quantità e restituisce servizi scadenti: un pozzo senza fondo.
    colpa dei politici che la usano per foraggiare le proprie clientele con incarichi e prebende infischiandosene della salute della gente

    La pandemia ha messo a nudo problemi atavici. La sanità è stata distrutta quando è stata affidata alle regioni, da noi è sempre stata trampolino di lancio politico, presidenti di regione, assessori, deputati, consiglieri.. molti medici hanno sfruttato la professione medica per fare carriera politica e per fare carriera medica, basta vedere in che modo si scelgono i medici nelle aziende ospedaliere per avere chiaro il quadro. La carriera del medico è legata alla parrocchia politica di appartenenza, poi viene il merito e la professionalità. Vi ricordate la “cassa mutua” era la cassa che pagava le prestazioni esercitando anche una funzione di controllo, gli ospedali curavano e venivano pagati. Era una gestione virtuosa che separava le competenze. Adesso in nome di una razionalizzazione della spesa, che gli stessi politici hanno consentito aumentasse in maniera abnorme, impongono tagli, restrizione e mancate riforme che incidono pesantemente sulla collettività. Non c’è da stare sereni.

    Da medico specialista disoccupato posso dire che la colpa non è solo della classe politica regionale e nazionale ma in primis della classe medica: universitari ed ordine. Non esiste alcun tipo di visione e programmazione nell’individuare e poi formare i nuovi specialisti in base alle reali esigenze del territorio ma solo sulla base delle cattedre universitarie e tornaconti personali. Poi la medicina del territorio non esiste (non solo in Sicilia ma anche al nord). I medici di famiglia seguono un corso che non li prepara dal punto di vista medico; infatti, molti di loro si limitato a fare ricette anche per le cose più banali e quindi questo va ad intasare gli ospedali (in primis i ps che si ritrovano un sacco di codici bianchi).

    Forse i politici, sindacalisti e benestanti guardano solo i serial telesivi perché quando hanno bisogno in prima persona trovano spazio in strutture di eccellenza o fuori regione o private. Spesso si definiscono eroi medici e infernieri (è in alcuni casi e cosi) ma la realtà ordinaria a prescindere dal covid, ha reso più evidente quello che gia lo è era prima. Nei pronto soccorso in particolare, ma anche nei reparti , siciliani i pochi medici passano tempo tra scartoffie e computer se non al telefonino parlando con i colleghi( per farsi sostituire nei turni, per lamentarsi dei ritardi nei cambi, o nella migliore delle ipotesi per parlare con i reparti).Quando finalmente è il turno del paziente x una buona mezz’ora la si passa al computer per immetere dati burocratici poi una rapida visita una flebo per si e per no, fatta dall infermiere che deve andare a cercare tubi, flebo provette ecc, si prosegue con la prescrizione di una serie di indagini diagnostici e poi sempre in barella o in una sedia riinizia il calvario del paziente x nell attesa di essere portato a fare le benedette indagini. Una volta che si ha la fortuna di trovare un portantino, osa ecc vengono mandati in giro con il paziente che abbandonano in una fila dietro la porta dei vari esami diagnosti (tac, radiografia Ecografia e similari sempre che funzionino). Dopo ore di attesa ci si ricorda di riprendere il paziente e si ripassa in attesa che il medico (nel frattempo impegnato a quando detto sopra si ricordi di leggere il referto e poi per evitare problemi e responsabilità chieda un consulto allo specialista (di solito un cardiologo o anologo ). L’esperto quindi se e quando disponibile deve scendere dal proprio reparto fare trovare le indagini fin qui eseguite al computer se proprio indispensabile una rapida visita una veloce e prendere frettolosamente una qualche decisione che di solito si traduce in altri esami o un ricovero. A quel punto tutto ripassa nelle mani del primo medico che ne frattempo è cambiato il quale quando si ricorda del paziente x, inizia la ricerca della ultima consulenza e se il caso cerca il posto che solitamente in reparto non è disponibile. Nel frattempo sono passate come minimo oltre 16 0re c’è stato il nuovo cambio turno e il paziente e ancora in barella o nella sedia con una flebo di fisiologica gia vuota senza bere e mangiare ovviamente ti dicono per precauzione. Nel frattempo poi con la scusa dell intasamento e ora del covid i parenti, taluni anche incivili, o esasperati non potendo ne assistere ne avere notizie sbattono i pugni dietro le porte e non solo. Questa è la realta. Soluzione possibili difficilmente si possa o si voglia (cè la sanità privata) risolvere. Alcune cose però e possibile fare in concreto che il covid oggi ci sta insegnando per il futuro: rimpinguare gli organici e fermare lo scaricabarile. Con i medici che facciano i medici e si riprendano le proprie professionalità e responsabilità diagnostiche e di intervento . Gli infermieri facciano gli infermieri e si riprendano le proprie professionalità e responsabilità per cui sono formati, i barellieri e gli altri operatori ripongano le loro attenzioni custodento senza abbassare la guardia su chi hanno in carico. SI riorganizzi la filiera eliminando i tempi morti sopra descritti. Solo buoni propositi no affidati alla buona volonta di ciasuno? NO! Si tracci il paziente dal momento del triage con tutti i passaggi di chi fa che cosa e quando lo fa. Infine soprattutto affiancare almeno due amministrativi con ogni medico con il compito di imnettere i dati e seguire al computer muniti con software allert i vari tempi di attesa per ogni passaggio del singolo paziente fino al ricovero o dimissioni e sburocratizzando cosi i medici sia di pronto soccorso ma anche nei reparti. Tutto con orari di lavoro sfalsati per dare continuita attutiva.Visto che il paziente x e considerato per il sistema solo un numero e non una persona almeno il numero tracciamolo. Piccole grandi cose fattibili subito visto che ci sono amministrativi medici e infermieri gia formati nei vari hub. Ma no meglio concorsi scritti orali test sul sesso degli angeli ricorsi e controrivorsi. Ma tutto questo lo si fa per siciliani cosi altre regioni fanno fatti noi aspettiamo sperando che il paziente x sia non sia divendato pax perché a palermo non puoi neanche morire anche li devi fare la fila. Se ci agisce velocemente forse la sanità pubblica siciliana potrebbe essere un poco piu vicina ai seguitissimi serial tv.

    Hanno parlato con voi Aurelio Puleo, Giuseppe Bonsignore, Daniele La Barbera, Massimo Farinella, Fabio Genco, Massimo Geraci, ma Nello Musumeci e Ruggero Razza con voi non parlano? Non hanno nulla da dire sulle condizioni dei pronto soccorso in Sicilia?
    Vorremmo leggere di riconoscimento di errori e non delle cose che faranno o delle colpe da attribuire a quelli di prima.

    D’accordo con Sim . Perchè non intervistate Musumeci,Razza l’opposizione grillina e sinistroide. Se ne fregano perchè se hanno bisogno sanno a chi e dove presentarsi per risolvere i loro problemi

    Ora è chiaro l’appello del dottor Puleo, primario del pronto soccorso di Villa Sofia, “chi ha un codice rosso viene subito trattato”, ma aggiunge “nei limiti del possibile”. Dopo aver letto il commento di Salvosono, con preoccupazione una domanda ce la facciamo: quanto è basso questo limite?
    E gli altri (i meno gravi secondo un triage di famiglia e la consulenza di una vicina che ha già subito alcuni interventi operatori)? “Gli altri vadano altrove”.

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Il mondo va alla rovescia. I regionali Sicilia, definiti fannulloni da un presidente di Regione , oltre a non ringraziare e con una regione pluriindebitata, chiedono soldi e soldi e soldi con addirittura velate minacce. Non credo ci sia bisogno di dover scrivere altro.

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