PALERMO – La stragrande maggioranza dei contratti è stata prorogata fino al 15 gennaio 2022. Il Covid ha rallentato la sua morsa ma, così ritengono all’Azienda sanitaria provinciale di Palermo, bisogna farsi trovare pronti in caso di “riacutizzazione degli effetti emergenziali della pandemia”. Da qui il rinnovo di massa, nel solo capoluogo siciliano, di 758 contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.).
Milioni di euro spesi
Il costo dell’operazione si aggira sui 6 milioni di euro, che si aggiungono ai 30 milioni già spesi per il primo rinnovo fino a ottobre. Ma la cifra a livello regionale è molto più alta. Prima o poi si dovrà fare i conti con la voragine provocata dal Covid.
E si inizia a parlare di stabilizzazioni
Nel frattempo da qualche giorno nell’agenda della politica ha iniziato a fare capolino una parola che in Sicilia suona ormai familiare: “Stabilizzazione”. L’ampio spiraglio aperto dal governo nazionale ha fatto esultare diversi politici. Ci sono voci fuori dal coro, però. I membri della commissione regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava, ieri hanno approvato all’unanimità una relazione sulla sanità siciliana.
Difendere la meritocrazia con i concorsi
Il Covid ha mostrato il deficit di organico, ma i commissari lanciano l’allarme. La politica può avere condizionato le assunzioni e se si vuole ristabilire il primato del merito c’è una sola strada da percorrere: i concorsi pubblici. Niente più chiamate dirette, niente stabilizzazioni ma procedure trasparenti e aperte a tutti con il giusto riconoscimento di un punteggio per chi ha lavorato in questi mesi al contrasto dell’emergenza. Alla vigilia di una stagione di elezioni è forte il rischio che il rinnovo dei contratti diventi merce preziosa in campagna elettorale.
I precari del Covid
I precari del Covid ricordano quelli di altre categorie, con la differenza di una retribuzione più alta. Il cuore della questione non è rappresentata dai compensi – il lavoro viene pagato sulla base di legittimi tariffari – ma dalle modalità del reclutamento. Per decenni migliaia di persone sono rimaste in un limbo che ha fatto bene soprattutto alla politica.
I contratti appena rinnovati sono legati allo stato di emergenza e bisogna distinguere fra coloro che hanno avuto un rapporto a tempo determinato e chi una collaborazione coordinata e continuativa.
Oltre 7.700 assunzioni
I dati del ministero dicono che in Sicilia per l’emergenza Covid sono stati assunti 1.996 medici di cui solo 5 a tempo determinato e tutti gli altri con contratti flessibili. Gli infermieri assunti sono stati 1.998 anche in questo caso solo 5 a tempo determinato. Infine ci sono 3717 neoassunti alla voce “altro personale sanitario” e cioè tecnici di laboratorio, di radiologia, biologi, assistenti socio-sanitari ed altro.
La politica, come dicevamo, si è mossa in fretta, lasciando una casella aperta nella nuova finanziaria nazionale. C’è un fitto dialogo fra il ministero dell’Economia e quello della Salute per capire come e dove trovare i soldi per la stabilizzazione. Di soldi ne servono tantissimi, tenendo conto che a livello nazionale la cifra del personale assunto per l’emergenza Coronovirus sfora le 50 mila unità, a cui vanno aggiunti i medici specializzandi. Si tratta del personale che si è occupato di assistenza ospedaliera, contact tracing, tamponi e vaccini.
Non solo personale sanitario
E poi c’è il capitolo del personale che sanitario non è. Basta guardare i numeri di Palermo per capire che si tratta di una platea molto vasta. Dei 758 contratti rinnovati solo 73 sono dirigenti medici (un’ora di lavoro viene pagata 60 euro lordi agli specialisti e 40 euro ai non specialisti per un massimo di 140 ore al mese e cioè 7.200 euro al mese), il resto sono: 56 collaboratori amministrativi (pagati 20 euro lordi all’ora), 51 ingegneri (24 euro l’ora), 22 assistenti sociali (22 euro l’ora), 21 educatori professionali (24 euro l’ora), 336 tecnici periti informatici (22 euro l’ora), 199 assistenti amministrativi (20 euro).
Tutti assunti con chiamata diretta dopo avere partecipato ai vari bandi, provinciali e regionali. Sono numeri importanti che nei mesi scorsi, ad esempio, hanno scatenato uno scontro durissimo fra il manager dell’Asp di Palermo Daniela Faraoni e il commissario palermitano per l’emergenza Covid Renato Costa scelto dal governo regionale.