Sicilia, tensioni e mediazioni: lavori in corso per le regionali - Live Sicilia

Sicilia, tensioni e mediazioni: lavori in corso per le regionali

Clima tesissimo come dimostra la chiamata a raccolta per votare il sondaggio di LiveSicilia.

PALERMO – Cellulari roventi, raffiche di messaggi  whatsapp all’indirizzo di simpatizzanti e truppe cammellate: il racconto off record (con tanto di screen shot) della chiamata a raccolta di deputati, attori politici e non solo per votare al sondaggio lanciato da LiveSicilia è una cartina di tornasole del clima tesissimo che vivono i partiti siciliani, soprattutto di centrodestra, in questi giorni cruciali per l’assetto della squadra che si giocherà le prossime regionali.

Se il buongiorno si vede dal mattino…

“Sono giorni difficili”, commentano in maniera praticamente unanime sostenitori e detrattori del presidente della Regione Nello Musumeci. Che realisticamente avrà avuto un brusco risveglio questa mattina leggendo l’ultimo attacco alla diligenza sferrato dal coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè dalle colonne de Il Corriere della SeraIl presidente dell’Ars descrivecome un giocatore solitario che non passa la palla e non gioca per la squadra, mette in guardia dalla candidatura di De Luca e chiede un tavolo di coalizione per individuare il candidato migliore.

Rumors romani

Tutto questo avviene nella giornata clou della consegna a Giorgia Meloni del dossier anti-Nello recapitato dai vertici siciliani di Lega e Forza Italia a Salvini venerdì a Palermo. Un ulteriore elemento di nervosismo per i colonnelli musumeciani che attendono segnali da Roma. E le voci di corridoio che si fanno strada non sono delle migliori, sembrerebbe infatti essersi aperta una breccia dentro Fratelli d’Italia: se il banco con gli alleati rischiasse di saltare si potrebbe fare strada la possibilità di candidare alla Presidenza un colonnello meloniano di alto rango. La linea sarebbe più o meno questa: per il momento avanti su Musumeci, poi si vedrà.

Il fattore De Luca

Chi invece spinge per il bis è l’antagonista per eccellenza del presidente: l’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca. “Al centrodestra dico senza mezzi termini ‘no’. Andate avanti per la vostra strada e puntate su Nello Musumeci. È giusto che un presidente uscente possa ricandidarsi, noi tifiamo per la sua ricandidatura. Siamo tutti Nello boys”, dice De Luca che sta lavorando a due liste a sostegno della propria corsa alle regionali e ha incassato l’endorsement di Vittorio Sgarbi e dell’eurodeputato Dino Giarrusso.

Fronte progressista: il nodo dei candidati

Sulla rive gauche nel frattempo si naviga a  vista dopo la presentazione ufficiale del regolamento delle presidenziali 2022 (cioè le primarie 2.0 nate dalla mediazione tra le liturgie del PD e quelle del M5S). Fatte le regole, si attende la rosa completa dei candidati. Claudio Fava, leader dei Centopassi, rimane l’unico candidato in campo. A sinistra si fa strada l’ipotesi del socialista Nino Oddo come candidato alle presidenziali mentre nel Movimento il caos regna sovrano. In primo luogo per la situazione romana e la possibile scissione (e/espulsione) di Luigi Di Maio. I vertici siciliani tuttavia sminuiscono possibili reazioni a catena sulla Sicilia per via della scelta “lungimirante legata al percorso intrapreso con la coalizione”. In attesa di capire se Giancarlo Cancelleri otterrà il via libera al terzo mandato, sul tavolo rimangono le disponibilità dei deputati regionali Nuccio Di Paola e Luigi Sunseri. E allora il Pd? I dem vanno spediti sul nome di Caterina Chinnici in attesa dell’esito delle assemblee pubbliche con i circoli e gli amministratori locali che si terranno oggi ad Acireale e domani a Palermo. Un’occasione per eventuali malpancisti per mettere i bastoni tra le ruote al segretario Barbagallo che sull’unità del gruppo dirigente e di quello parlamentare si è fatto da garante.

E il campo largo?

In attesa che il quadro sia più chiaro c’è da capire come andranno le trattative per allargare la platea delle presidenziali e il campo. +Europa e renziani per il momento tacciono, Azione al momento chiude all’ipotesi presidenziali. Lo fa dalle colonne di Live Sicilia il segretario Giangiacomo Palazzolo e da Roma Calenda in persona. “Le primarie rischiano di essere un esercizio di stile utile soltanto per la supremazia tra le correnti. Se viceversa il centrosinistra vuole fare un discorso serio e concreto siamo disponibili a sederci e ad aprire una discussione”, dice all’Ansa. Insomma, a destra come a sinistra il leitmotiv rimane “lavori in corso”. 

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