PALERMO – Tensioni sotterranee, voti fantasma all’Ars, inchieste giudiziarie: la maggioranza che sostiene il governo regionale è adesso alle prese con la manovra ter. Sullo sfondo nuove e vecchie questioni, equilibri interni e una data che sembra allontanarsi.
Il vicolo stretto della manovra ter
C’è, dunque, una data, annotata nel taccuino, che sembra sbiadire ogni giorno di più, è quella del 6 agosto. Una data simbolo, a sigillo dell’impegno assunto tra segretari di partito e capigruppo nel vertice di maggioranza del 9 luglio, per approvare la manovra ter.
Ma i voti segreti che hanno affossato la riforma dei consorzi di bonifica e, da ultimo, il ‘fuorionda anti autonomisti’ del presidente Renato Schifani, confermano che il percorso è in salita, costellato di veti incrociati e mal di pancia. Ma non solo, c’è un asse, rinsaldato nella ‘Pontida’ di Catania del Carroccio, tra Renato Schifani, Totò Cuffaro e Luca Sammartino, che si contrappone al lamentato isolamento dei lombardiani, i primi a finire ‘sotto processo’ per i voti in meno all’Ars insieme ai colleghi che hanno dato vita a Grande Sicilia.
Gianfranco Miccichè gioca di fino, dopo aver ricordato che “Schifani sta governando bene”, “vorrei suggerirgli – come già fatto recentemente, dice – di porre maggiore equilibrio nella gestione dei territori, affinché ogni area della Sicilia possa sentirsi ascoltata e la coalizione possa funzionare meglio e con maggiore coesione”.
Ma per funzionare meglio, la coalizione dovrebbe dipanare la matassa dei voti, esclusi i presunti tre di Grande Sicilia, ne mancherebbero una decina all’appello. Una parte di questi potrebbero essere fuggiti proprio dall’alveo di Forza Italia, dove qualche distanza tra i deputati regionali e gli assessori ‘tecnici’ alla Sanità e al Bilancio continua ad aumentare, alimentata da scosse di assestamento locali, da Ragusa ad Agrigento. Il rischio, con queste premesse, è che il voto della manovra ter slitti a settembre.
La ‘difesa’ di Lombardo
A una settimana dal voto sui consorzi di Bonifica le tensioni restano. Giuseppe Lombardo, di Grande Sicilia, risponde agli alleati che hanno lanciato sospetti sugli autonomisti per i voti mancanti in Aula: “Si vuole tacciare di infedeltà chi ha osato disvelare le storture della riforma dei consorzi di bonifica – dice a LiveSicilia – una organizzazione dei bacini idrografici incoerente, tendente a soddisfare meri interessi di bottega. E ancora, l’ufficio interconsortile, di fatto il quinto consorzio, che accentrava la gestione sottraendola ai quattro consorzi , e quindi agli agricoltori. Per non parlare di una serie infinita di compiti che sottraeva competenze all’autorità di bacino, ai dipartimenti Acqua e rifiuti, e Territorio e ambiente”.
Lombardo sottolinea che “la vera innovazione è garantire la regolare distribuzione dell’acqua nelle nostre campagne. Si badi bene che ancora, a causa del continuo malfunzionamento delle condotte afferenti alla diga Ogliastro, le campagne del Calatino non hanno ricevuto una goccia di acqua”.
Giuseppe Lombardo prova a gettare acqua sul fuoco: “Ci apprestiamo ad esaminare in commissione Bilancio una manovra che complessivamente è meritevole di apprezzamento. C’è un iter che va salvaguardato nelle sue dinamiche regolamentari e nell’esercizio delle prerogative proprie di ciascun deputato”.
Appuntamento in commissione Bilancio
L’appuntamento in commissione Bilancio è fissato per martedì alle 10, quando l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, il ragioniere generale Ignazio Tozzo e i deputati regionali relatori per le varie commissioni, esprimeranno i pareri sul disegno di legge n. 976. La manovra ha ricevuto, secondo le ultime indiscrezioni, una riduzione del numero degli articoli che da 35 dovrebbero passare a 18. Ecco il possibile menu: tagliati i fondi per l’acquisto dei palazzi a Palermo per la Corte dei Conti e gli assessorati, sì ai fondi per il film su Biagio Conte e niente finanziamenti per i parchi archeologici e l’autodromo di Pergusa.
Sì al pagamento dei 90 milioni di euro di debiti Eas e Sicilia Digitale, lo scopo è quello di evitare il crac tecnologico del sistema digitale siciliano, dal portale Caronte, che contribuisce alla certificazione delle spese finanziate con i fondi europei, al numero verde di segnalazione degli incendi.
E ancora, dopo la bocciatura della riforma dei consorzi di bonifica, è previsto lo stanziamento di una somma per i precari, mentre la stabilizzazione slitta, nella migliore delle ipotesi, all’autunno.
Sì ai fondi per le strade provinciali (60 mln), e agli stanziamenti per l’abbattimento delle liste d’attesa (66 milioni), ma niente sostegno ai Comuni per i costi di spedizione dei rifiuti all’estero.
La strada dei fondi ai territori
I fondi per i territori sembrano un segnale positivo per Carmelo Pace, capogruppo della Dc, il quale spera che “entro il 6 agosto si possa raggiungere l’obiettivo di approvare la manovra, una volontà del presidente Schifani. Mi auguro che oltre alla rappresentanza legittima dei territori possano esserci correzioni per l’agricoltura, soprattutto per il versante occidentale, interventi importanti a supporto degli agricoltori, non escludendo l’emergenza incendi”.
Niente mance, ma qualcosa potrebbe arrivare ai territori, si parla di importi da 50 mila euro al massimo per ciascun Comune e parrocchia, per investimenti che potrebbero passare dagli emendamenti dei deputati regionali. Sul piatto ci sarebbero, secondo quanto risulta a LiveSicilia, circa 40 milioni di euro e non 30 come trapelato la scorsa settimana.
“Chiedo al governo – aggiunge Pace – di portare avanti iniziative correttive. C’è un’emergenza nella marineria di Sciacca, per esempio, il piccolo pesce azzurro non lo stanno pescando più, i pescatori sono disperati e non so se abbiamo lo strumento giuridico per aiutarli, su questo argomento ho parlato con Schifani e Barbagallo, sarebbero disponibili a trovare qualche soluzione, ma c’è un problema normativo”.
Gli altri nodi
Gli autonomisti non hanno dubbi sulle criticità della riforma dei consorzi di bonifica, ma il percorso verso l’approvazione della manovra ter è accompagnato da altre questioni, che accendono gli esponenti della maggioranza. Non solo sottogoverni contesi, il Piano per la nuova rete ospedaliera alimenta tensioni locali che si ripercuotono nei rapporti all’interno della coalizione. Dalle strutture del Catanese, a quelle del Ragusano e del Palermitano.
Dietro ogni taglio di posti letto, o spostamento di una emodinamica, può esserci un politico scontento e un ‘collega’ sospettato di un trattamento di favore. La terza bozza del Piano servirà per sperimentare una sintesi possibile tra le esigenze della sanità locale e quelle degli equilibri di maggioranza.
Ma il tempo passa e la data del 6 agosto si avvicina. Qualcuno parla del 7 agosto, come termine ultimo. La partita è ancora aperta. Inizia una settimana cruciale.

