Beh, magari non l’hanno detta proprio così – secondo la sintesi sbrigativa del titolo – e in tanti il pensiero non è mai arrivato a compimento, su quella strada che porta dalle convinzioni personali al nonsenso. Tuttavia, la misura si limita alle celebrità di cappa e di penna. Perché, invece, sui social in parecchi si sono risentiti e hanno organizzato una specie di crociata.
Di cosa stiamo parlando? Dei dubbi che chi sta più in giù si è permesso di esprimere non contro chi sta più in su, ma sulla scelta di consentire liberamente la circolazione nel tempo della pandemia. In sintesi: visto che, purtroppo, in Lombardia, regione crudelmente provata dal coronavirus che merita l’affetto di ogni italiano, la situazione dei contagi è ancora, se non preoccupante, non tranquillizzante; non sarebbe stato il caso di riaprire il Paese a scaglioni? Mal ce ne incolse.
Tutto qui. Una semplice perplessità, semplicemente corroborata dai fatti, che ha incendiato le foglie secche dell’indignazione di taluni. Nel rogo indistinto del web si sono subito formate fazioni contrapposte e c’è stato chi ha accusato i meridionali, dunque anche i siciliani, di un pregiudizio tout court. Razzisti. Noi?
La vicenda ha successivamente visto l’intervento di commentatori di altissimo livello che, con toni molti più intellettualmente commestibili, hanno comunque sfoderato le loro riserve. Per esempio, il sindaco di Milano, Beppe Sala, una persona mite, un amministratore intelligente, con il suo ‘me ne ricorderò’, poi annacquato da una parziale retromarcia.
Pure Ferruccio De Bortoli, giornalista raffinato, di grande spessore e dal tratto sempre profondo, ha voluto dire la sua in una intervista sull”Huffington Post’. Ecco un passaggio: “Ancora oggi mi sento un po’ appestato. Non esco da Milano. Rimango a casa il più possibile. Ascolto racconti di amici che sono andati fuori dalla Lombardia e sono stati accolti da battutine, insinuazioni, cattiverie. Alcuni hanno dovuto subire anche un cartellone che diceva: ‘Torna a casa tua’. Sono cose che mettono a disagio e feriscono le persone. Uno spirito anti-lombardo è emerso nel Paese. Come se vedere colpita questa Regione, sempre definita un modello, anziché suscitare vicinanza, desse un piacere che i tedeschi definiscono con una parola precisa: schadenfreude, gioia per le disgrazie altrui. Bisogna reagire. Dire basta”.
Caro De Bortoli, con il più sincero rispetto e con l’affetto che si deve a un maestro, ne è proprio sicuro? Gli imbecilli non mancano e sono tantissimi a qualsiasi latitudine. Ma è certo di potere assumere l’opinione di un eventuale cretino (o più) come il canone di uno spirito avverso?
Noi siciliani, poi, siamo e dotati di uno spirito che ci spinge ad abbracciare tutti. Tanto è vero che quando un suo notissimo collega – ha presente Vittorio Feltri, immortalato nella foto? – si lascia scappare qualche affermazioncella un po’ così, diciamo audace, nei confronti dei ‘terroni’, per un minuto ci arrabbiamo un po’, ma ci passa. E sorridiamo.
Abbiamo visto morire i nostri conterranei migliori, per anni, sacrificati alla pestilenza mafiosa. Ecco perché noi, forse più di altri, siamo capaci di comprendere il dolore e di consolare chi lo prova.
Se lo ricordi, quando verrà a prendere, accolto come un fratello, un caffè da noi. Magari in compagnia di Beppe (Peppino) Sala.