CATANIA – Sicurezza sulle strade e attenzione degli autotrasportatori camminano di pari passo con risultati positivi. Nel 2017 gli incidenti stradali provocati dai mezzi pesanti rappresentano il 4% del dato globale (con una diminuzione del 3% rispetto al 2016), mentre aumentano gli incidenti dentro le città (40%). È questo uno dei dati emersi durante il Seminario sulla “Gestione della Sicurezza Stradale”, organizzato da Assotir e Bureau Veritas Italia SpA, che si è svolto sabato nel Salone del Consiglio della Camera di Commercio del Sud Est. Un momento di confronto in cui operatori e imprese che operano nel settore dei trasporti si sono confrontati per fare il punto della situazione attuale e aggiornarsi sui nuovi studi.
Se il dato positivo è che gli autotrasportatori sono più virtuosi – e sono i dati a testimoniarlo – è vero purtroppo che è aumentato il numero degli incidenti mortali. Nel 2017 i dati parlano del +2,2% rispetto al 2016 con un numero di persone che hanno perso la vita pari a 1.656. Un dato allarmante che non è lasciato a se stesso. Il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Catania, l’Assotir, la Polizia Stradale, i consulenti per la sicurezza, i medici e persino i magistrati stanno facendo la loro parte con il preciso obiettivo di ridurli.
“È positivo sapere che diminuiscono gli incidenti imputabili agli autotrasportatori – ha commentato Pino Bulla, vice presidente nazionale di Assotir – anche se quando ci sono di mezzo i cosiddetti ‘bisonti della strada’ spesso gli incidenti sono mortali. Ma stiamo combattendo per fare in modo che questo 4% diminuisca sempre di più. Dovrebbero esserci controlli ancora più ferrei, da parte delle forze dell’ordine, per i tempi di guida e di riposo che noi imponiamo ai nostri autisti, poi, però, riscontriamo che gli autisti che provengono da Stati diversi dal nostro non rispettano questi vincoli normativi. Siamo inflazionati da attori stranieri – continua Bulla -. L’apertura dell’Europa a Slovenia e Bulgaria non è tutto rose e fiori. Per questo ringrazio Claudio Donati, componente dell’Albo nazionale, di aver posto, all’attenzione delle forze politiche che gestiranno il prossimo Governo, una maggiore attenzione associata a un più stretto giro di vite sul cabotaggio terrestre. Una misura necessaria – conclude Bulla – per salvare le nostre aziende che devono confrontarsi, giornalmente, con una concorrenza sleale dettata dalle differenze dei costi di vita”.
Un appello, quello di Bulla e di Donati, che sprona il Governo a dare il giusto risalto a un settore che rappresenta ben il 12% del pil nazionale. “La sicurezza ha una declinazione imprenditoriale – sottolinea Claudio Donati, segretario generale Assotir e rappresentante Albo Nazionale -. Dentro molte situazioni in cui la sicurezza non è garantita, si possono rilevare le condizioni operative dell’impresa che avvengono in condizioni di concorrenza sleale e che costringe le imprese a lavorare sottocosto. Questo comporta il superamento di limiti fondamentali, quali sono i tempi di guida e di riposo, ma anche il sovraccarico. Costringere la dinamica economica alla liberalizzazione costringe le imprese di trasporto a lavorare in un regime di anomalia quasi costante”.
“Se riduciamo e monitoriamo gli incidenti – ha sottolineato Mario Cugno, business develpment manager Sicilia di Bureau Veritas Italia SpA – possiamo diminuirli riducendo quindi i casi di morte. Ma è difficile e insicuro dover percorrere a 50 km/h la Catania-Ragusa: non perché c’è un limite imposto, ma perché è la logica e la sicurezza a imporlo”.
Intanto però proprio dal Ministero dei Trasporti è arrivato un segnale positivo che potrebbe contribuire a migliorare la sicurezza stradale in Italia e in Sicilia. Ed è stato Massimo De Donato, direttore Rivista TIR e moderatore del convegno, a comunicarlo alla platea. “Lo scorso 12 febbraio, infatti, dopo l’intesa della Conferenza Stato-Città e autonomie locali, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha emanato il decreto di riparto per gli interventi di manutenzione della rete stradale di province e città metropolitane. Si tratta di 1.620 miliardi di euro che erano stati previsti dalla Legge di Bilancio per il 2018 per tutta Italia”.
In Sicilia sono queste le cifre confermate: Agrigento: € 12.108.041,33; Caltanissetta € 9.332.746,39; Catania € 24.693.983,09; Enna € 8.204.147,53; Messina € 25.316.392,53; Palermo € 25.643.471,58; Ragusa € 8.629.147,51; Siracusa € 13.396.609,96; Trapani € 12.868.619,28. Per un totale di € 140.193.159,20.