Sigonella, licenziato ingiustamente |Lavoratore vince causa contro Usa - Live Sicilia

Sigonella, licenziato ingiustamente |Lavoratore vince causa contro Usa

L'uomo, assistito dall'avvocato Lotà (nella foto), ha vinto una causa lunga anni.

CATANIA – Una sentenza che l’avvocato di parte definisce “storica”. Il diritto di un lavoratore riconosciuto dopo anni di battaglie, una vittoria contro un colosso come gli Stati Uniti d’America. Il giudice del tribunale di Catania, sezione lavoro, Antonino Milazzo, lo scorso 25 maggio ha dato dato ragione a Graham Darren Kelly, che si era opposto al licenziamento da Sigonella. Da qui la causa, avviata nel 2012, contro il governo degli Usa.

Nella sentenza dello scorso 25 maggio si leggono anche i motivi che hanno spinto il giudice a dare ragione al ricorrente, in servizio nella base statunitense dal 18 marzo 1996, con la qualifica di addetto al servizio antincendio. “Il rapporto di lavoro, si legge nelle carte, è stato regolato, oltre che dalle leggi vigenti dello stato italiano, dalle unilaterali condizioni di impiego del personale civile non statunitense delle Forze Armate USA operanti in Italia, in quanto compatibili con le leggi italiane”.

L’uomo, che possiede sia la cittadinanza americana che quella italiana, avrebbe però subito pressioni da parte dell’amministrazione della Base di Sigonella, per rinunciare a quella statunitense per mantenere solo quella italiana. Una lettera del 2005 gli avrebbe comunicato che “l’assunzione di un cittadino statunitense come impiegato nazionale locale è in contraddittorio con i regolamenti del Dipartimento della Difesa, e il regolamento della Marina militare attestano che un cittadino statunitense non può essere pagato sotto un sistema di pagamento straniero nazionale in una posizione di Fondi appropriati”.

Parafrasando quanto riportato nella sentenza, all’uomo viene contestata la mancata rinuncia alla cittadinanza americana, condizione per cui l’incarico non sarebbe potuto continuare perché “un cittadino statunitense non può essere pagato sotto un sistema di paga nazionale straniera, in posizioni con fondi appropriati. In tal caso, l’impiego deve essere interrotto”.

Un “disegno discriminatorio” si legge ancora in quanto scritto dal giudice. L’uomo, dopo un periodo di malattia, nel 2008 non è stato riammesso al lavoro perché mancava la certificazione di un medico interno alla base che, però, non lo avrebbe mai visitato, eppure lo avrebbe dichiarato inidoneo a fare il pompiere. Da qui il ricorso di Graham, assistito dall’avvocato Giovanni Lotà. E la successiva revoca del giudizio di inidoneità da parte dell’asp 3 di Catania, con provvedimento del 2009.

Passano gli anni, il governo degli Stati uniti non si costituisce in giudizio e si arriva al maggio 2018 con la sentenza: il ricorso è fondato, scrive il giudice. Il licenziamento no. Viene dichiarato illegittimo, mentre viene condannato “il datore di lavoro alla reintegrazione nel posto di lavoro, e al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazioni”. Oltre al pagamento delle spese legali.

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