Città metropolitane, sì alla Delrio | L'Ars ha deciso, Crocetta sconfitto - Live Sicilia

Città metropolitane, sì alla Delrio | L’Ars ha deciso, Crocetta sconfitto

Forze politiche d'accordo: “Adeguare la norma sui sindaci a quella nazionale”. Ma si poteva fare già 10 mesi fa. La replica di Crocetta.

La riforma delle Province
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PALERMO – Oggi l’Ars prenderà una decisione che poteva essere assunta già dieci mesi fa. La conferenza dei capigruppo convocata dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, infatti, sta per prevedere l’ennesima modifica alla legge di riforma sulle Province. Una modifica che consisterà, in pratica, nell’adeguamento all’ultimo dei rilievi sollevati in estate da Palazzo Chigi sulla legge approvata da Sala d’Ercole.

Dopo la mega impugnativa di Roma alla riforma esitata a luglio, infatti, governo e parlamento si erano trovati d’accordo sulla scelta di ignorare la Delrio solo nel passaggio in cui si prevede la coincidenza tra il sindaco del capoluogo e il sindaco metropolitano. Una scelta che era sembrata a tanti – anche per il fatto stesso di essere l’unico punto non ‘ricopiato’ dalla norma nazionale – una mossa per penalizzare gli attuali sindaci di Palermo e Catania, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco.

A dieci mesi dall’approvazione di quella norma e a diverse settimane dalla prima “correzione in corsa” del parlamento, insomma, l’Ars deciderà quello che poteva essere deciso molto prima. Lo farà – questo filtra dalla conferenza dei capigruppo – attraverso un emendamento alla cosiddetta “legge stralcio” che preveda il recepimento della Delrio anche su quel punto. Una posizione, del resto, già assai diffusa in Aula durante l’iter della legge. In questo senso, ad esempio, si era espresso il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, pronosticando l’impugnativa che poi sarebbe puntualmente arrivata, ma anche altre forze politiche come il Nuovo centrodestra e anche il Pd, che aveva presentato un emendamento in questo senso. Emendamenti bocciati, però, dal voto segreto a Sala d’Ercole. E la posizione della più numerosa forza politica all’Ars non sarebbe mutata: “Nel corso dell’esame d’aula del ddl di riforma delle Province e istituzione delle Città metropolitane, – dichiara infatti la capogruppo Alice Anselmo, – il Pd aveva presentato un emendamento che prevedeva la coincidenza fra sindaco del capoluogo e sindaco metropolitano. Quella proposta è stata bocciata con voto segreto, ma per quel che ci riguarda la posizione del Partito Democratico resta immutata. Adesso, – aggiunge – anche alla luce delle osservazioni del governo nazionale, crediamo che l’aula debba esprimersi in maniera definitiva ed alla luce del sole: ognuno si assuma la propria responsabilità”.

E a dire il vero, le forze politiche di maggioranza (ma anche buona parte dell’opposizione) sono ormai concordi sulla scelta di applicare la Delrio, nonostante il presidente Crocetta, presente alla conferenza dei capigruppo, si fosse detto pubblicamente “contrario” a quella decisione. Ma come detto, gli alleati la pensano diversamente dal presidente. Con rare eccezioni, come quella del gruppo di Sicilia Democratica, presieduto da Giambattista Coltraro: “Non possiamo legiferare sotto dettatura di Roma”. Ma in realtà anche in quel gruppo, composto da quattro deputati, non c’è unità d’intenti: “Dal primo momento in cui si è discussa in assemblea la norma – dichiara infatti il deputato di Sd Salvatore Giuffrida – sono stato sempre convinto assertore che i sindaci delle città capoluogo debbano rappresentare il vertice delle aree metropolitane. Non c’è alcun motivo – aggiunge – per il quale dobbiamo comportarci diversamente dalle altre regioni italiane, in tale fattispecie non rilevo alcuna violazione delle norme dello statuto siciliano. L’allineamento della Sicilia alle altre Regioni costituisce un doveroso adempimento in materia di organizzazione degli enti di area vasta aventi rilevanza costituzionale”. Un adeguamento che poteva essere portato a termine già dieci mesi fa. Ma si è preferito fare diversamente, fermare tutto, salvo poi tornare sui propri passi. Mettendo in bilico anche il futuro dei lavoratori e i trasferimenti dallo Stato. Tutto per un capriccio.

La replica di Crocetta

“La notizia da voi diffusa è priva di fondamento. Il governo in tutti i ddl inviati all’Ars, ha sempre proposto di far coincidere il sindaco della città metropolitana con i sindaci di Messina, Catania e Palermo. L’Ars ha deciso diversamente. La notizia da voi diffusa, quindi, non corrisponde alla posizione del governo”.

La redazione

Prendiamo atto della precisazione del governatore. Ci limitiamo a far notare, però, che lo stesso Crocetta, lo scorso 28 aprile all’agenzia Ansa, nel difendere con forza la norma che l’Ars ha deciso di modificare, dichiarava: “Se l’Assemblea siciliana vuole presentare e approvare la modifica della norma regionale che sancisce l’elezione dei sindaci metropolitani faccia pure, il governo è contrario e difenderà il testo già varato dall’aula salvaguardando così peraltro l’autonomia del nostro Parlamento regionale che si è espresso dando l’ok”. Cinque giorni fa, insomma, Crocetta si diceva “contrario” alla modifica della norma, proprio come riportiamo all’interno dell’articolo.


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