Blutec, la mafia, Salvini, il Pd| Di Maio: "Siri? Lega nervosa" - Live Sicilia

Blutec, la mafia, Salvini, il Pd| Di Maio: “Siri? Lega nervosa”

Il vicepremier a un appuntamento di Legacoop: "Il caso del sottosegretario andava risolto in tre giorni. Affondo contro il Pd

PALERMO – “Vedo la Lega un po’ nervosa dopo il caso Siri. Era un caso da risolvere in tre giorni con le dimissioni del sottosegretario e invece c’è stato bisogno che il Movimento cinque stelle portasse in Consiglio dei ministri la proposta di rimozione di un sottosegretario indagato per corruzione in un’inchiesta che si occupa di mafia”. A margine del suo incontro con i rappresentanti della Legacoop siciliana, a Palermo, Luigi Di Maio, leader del M5s e vicepremier, parla della tenuta del governo gialloverde e dei rapporti con l’altro azionario dell’esecutivo. “Ma – rassicura Di Maio – non voglio creare tensioni. Voglio lavorare e sono contento che oggi la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura il taglio dei parlamentari e la prossima volta che andremo a votare al posto di eleggerne 1000 ci saranno un terzo dei seggi in meno. Risparmieremo 500 milioni. Queste sono le cose concrete. Chi vuole fare polemica la faccia ma io mi occupo di cose concrete”.

Poi il pentastellato ha accusato il Partito democratico per la posizione presa in Parlamento rispetto a questo voto: “Il Pd ormai è tutto e il contrario di tutto. Su una cosa non si smentisce mai. La difesa dei privilegi e degli interessi personali. Zingaretti sta facendo punteggio in negativo – ha affondato Di Maio -: dopo la proposta di legge Zanda che voleva aumentare gli stipendi dei parlamentari e dopo il ddl per reintrodurre i vitalizi e quello per ristabilire il finanziamento pubblico ai partiti, adesso vota contro il taglio dei parlamentari. È la vera natura del Pd e a me non meraviglia. E per questo che il nostro governo deve andare avanti. Questa gente che sia del Pd o di Forza Italia deve stare all’opposizione perché – ha concluso – se sta in maggioranza continuerà a sperperare i nostri soldi per i loro privilegi”.

Rispondendo alla domanda della stampa sulla proposta di chiudere i negozi di cannabis legale, poi il ministro del Lavoro ritorna a parlare dell’alleato di governo e ministro dell’interno Matteo Salvini. “La lotta alla droga è come la pace nel mondo: la vogliamo tutti. Non vedo perché si debbano creare tensioni del governo per cose che noi sosteniamo. Se il ministro Salvini – ha continuato Di Maio – vuole chiudere i negozi irregolari che vendono queste sostanze allora ben venga. Se sono irregolari non possono stare aperti”. Poi però il leader Cinque stelle ha lanciato la stoccata a Salvini: “Gradirei che si occupasse di chiudermi le piazze di spaccio della mafia e della camorra perché quando ci sono queste piazze ci vanno di mezzo bambini di tre anni come è successo a Napoli qualche giorno fa. Salvini – ha continuato – si occupi delle leggi che sono nel contratto di governo. Piuttosto che andare a scartabellare fra le leggi di qualche senatore che non hanno i voti in Parlamento, vediamo di vederci, come ho chiesto in questi giorni, per parlare del salario minimo e di flat tax”.

Ma il ministro del Lavoro e Siluppo economico ha parlato anche di Sicilia. “Per la Blutec abbiamo modificato la legge sugli ammortizzatori sociali. Lo abbiamo fatto per fare supporto ai lavori mentre si aspetta l’esito della vicenda giudiziaria. Questa terra – ha proseguito – è la seconda per richieste di reddito di cittadinanza e una delle prime per adesioni a ‘quota cento’. Adesso dobbiamo alzare lo stipendio a chi lavora il salario minimo orario: esisteranno solo stipendi orari più elevati di nove euro”. Ma c’è di più. “Destinerò un miliardo di euro che avanza dal reddito di cittadinanza alle famiglie che hanno figli e che vogliono fare bambini”. Di Maio ha parlato anche di disoccupazione. “Dobbiamo – ha detto – attrarre investimenti e aumentare le esportazioni. Sono contenti che dalla Sicilia stiano partendo i primi voli di arance verso la Cina grazie ad un accordo che abbiamo firmato. Quello era un accordo che portava il made in Italy in Cina e non il contrario. Da inizio anno abbiamo aumentato le esportazioni del 15 per cento”.


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