CATANIA – Quando il signor Giancarlo Consoli ha ricevuto a casa due lettere dell’Agenzia delle Entrate ha subito pensato a chissà quale imposta da pagare. Dopo l’apertura delle buste però lo stupore: si trattava di due rimborsi. “Niente male” penseranno in molti, se non fosse che i rimborsi in questione fanno riferimento alla richiesta che Consoli aveva inoltrato nel 1990 a seguito del terremoto di S. Lucia.
Signor Consoli, ci dica di più. “Devo ammettere che avevo assolutamente rimosso la richiesta di rimborso – si tratta del rimborso Irpef – inoltrata dopo il sisma del ’90. Nello stupore, di fronte a questi due mandati di pagamento, pensavo: ma se fosse successo al contrario? Ovvero: se avessi posticipato io il pagamento di un imposta per 26 anni? Penso che le pressioni e le more sarebbero state tali da accorciare i tempi!”.
Ed effettivamente in questo quarto di secolo d’attesa il signor Consoli, oggi pensionato 68enne, c’ha rimesso, e pure molto, basti pensare al cambio lira/euro. Oggi i due rimborsi ammontano complessivamente a circa 800euro. “Se li avessi ricevuti nei tempi giusti – spiega il pensionato etneo – sicuramente sarebbero stati di più. E attenzione – specifica – essendo il rimborso di un’imposta già da me pagata, non è altro che la restituzione del mio denaro”.
In questa storia ai limiti dell’assurdo un altro elemento da considerare è anche l’età del richiedente. Consoli nel 1990 aveva 42 anni, ma chi l’ha fatta ad un’età più avanzata? Potrebbe oggi non esserci più. “È fuori da ogni logica pensare che questa tempistica possa essere giustificata – spiega – poiché viene meno la regolarità della procedura stessa. Non è rispettoso per i cittadini”. Sa se ci sono stati altri casi? “Ad oggi non ne sono al corrente ed anzi la dipendente delle Poste Italiane alla quale mi sono rivolto per incassare la somma mi ha confermato di non aver mai visto nulla di simile”. Cosa le ha detto? “È rimasta sorpresa e perplessa, e poi ha detto: “lo consideri il regalo di Babbo Natale”.