Smart working, Comune nel caos: dirigenti sul piede di guerra - Live Sicilia

Smart working, Comune nel caos: dirigenti sul piede di guerra

Commenti

    Ed intanto lo stipendio arriva per intero….che schifo mi viene da vomitare…ogni scusa è buona x imboscarsi

    Non conosco il caso specifico ma questo Le donne per come appare dall’articolo, mi sembra il solito incapace di turno, presente in tante organizzazioni pubbliche e private, che scarica sugli altri la propria incompetenza pur di salvare il posto. Così ha il plauso del popolino e di certe imprese che preferiscono impiegati più “disponibili” che professionali. L’amministrazione moderna e non corrotta parla per provvedimenti, per telefono spesso si fanno invece affari.

    sei un dirigente o un impiegato che lavora da casa? chiedo per un amico

    Beh,se considera che la segretaria e stata messa lì proprio da chi fa lo stesso,si da la risposta!!

    L’edilizia privata vanta un record modiale: solo dieci permessi di costruire rilasciati in due anni! Vergogna!

    Ulterior vergogna di questa amministrazione !

    Parlano di smart working al Comune di Palermo. Ma se quelli sono fermi al calamaio con la penna ad inchiostro. Ma dove vivono questi grandi scienziati.

    Antonio Le Donne sei un grande farli muovere a questi stipendiati con soldi pubblici

    Siete sicuri che non state parlando di impiegati regionali….

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Gli ultimi commenti su LiveSicilia

Ma questo festino e le processioni mi chiedo che cosa hanno a che fare con il cristianesimo? Cosa hanno a che fare con una festa puramente religiosa? Siamo in un netta contraddizione il celebrare una santità con una manifestazione di opulenza proiettata in avvenimento puramente commerciale con il placet della Chiesa in una città molto discutibile con molte ombre dove la criminalità e molto diffusa che facilmente si riscontra nell'aria che si respira. È necessario che i cittadini superano il contrasto che si constata in modo evidente tra manifestazione di fede che non è per nulla fede giustificata dalla tradizione, mentre si osserva la città più volte teatro di criminalità e di episodi che evidenziano il degrado culturale, sociale, economico e soprattutto morale che abbiamo conosciuto con l'episodio dello stupro di gruppo. Occorrerebbe una profonda riflessione altro che festino e il tutto appare in forte contrapposizione con la storia di martire della patrona della città. La Chiesa dovrebbe chiedere ogni gesto per eliminare queste contraddizioni e di chiedere una festa più sobria che sia manifestazione di vera fede e niente di più. Le processioni sono in antitesi con il cristianesimo e non sono per nulla espressioni di fede.

Ci sino a Palermo interi Quartieri e non solo, dove la donna " la femmina" cresce nel mito del "maschio" detto " u masculu" troppo Toco, cioè il migliore " u megghiu i tutti". Cioè quello che già a 10 anni ha il capello gellato col ciuffetto, il telefonino, va alla prima comunione della cuginetta o sorellina ( già vestita da sposa quarantenne accompagnata in chiesa dai genitori in auto bianca strapuntinata). Ecco, crescono credendo che loro, "fimmine" devono avere il mito "du masculiddu" dominante. Vivono e scelgono "masculi" che comprano smart e suv con cui vanno dal parrucchiere e dall'estetista, subendo dal "mascolo" tutte le possibili "violenze" camuffate da un cavalierato sui generis. Vivono un rapporto vittima-carnefice cronico e Ecco, la questione è molto radicata e l'intervento dovrebbe essere preventivo-precoce di ordine sociale. Una Rivoluzione degli stereotipi tramandato e radicato. Auguri dottoressa e grazie per le Sue lodevoli iniziative

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