Società, troni e leoni d'oro |Colpo al tesoro del boss di Monte Po - Live Sicilia

Società, troni e leoni d’oro |Colpo al tesoro del boss di Monte Po

I retroscena del sequestro del patrimonio riconducibile a Mario Strano. La replica della difesa. 

CATANIA – “Abbiamo colpito uno dei boss di vertice che opera nel quartiere Monte Po, una zona che ci sta molto a cuore dove vogliamo non solo avviare azioni di polizia ma anche e soprattutto di bonifica sociale”. Con queste parole il Questore di Catania, Giuseppe Gualtieri, apre la conferenza stampa sull’indagine patrimoniale che ha portato al sequestro del patrimonio imprenditoriale e immobiliare riconducibile a Mario Strano, boss dei Carateddi, frangia militare del clan Cappello di Catania. “Strappare i patrimoni illeciti al crimine organizzato è un passo importante per ristabilire la legalità”, evidenzia ancora il Questore.

Mario, 52enne, è solo uno dei rampolli della famiglia Strano. Insieme ai fratelli Alessandro, Claudio e Marco ha costituito lo “zoccolo duro” della criminalità organizzata nel quartiere Monte Po, cerniera con Misterbianco. Un passato da rapinatore in trasferta, che gli è valso il nomignolo Mario “acchiana e scinni”. Un pedigree criminale di peso quello descritto dal dirigente della Squadra Mobile di Catania, Antonio Salvago nel corso dell’incontro con i giornalisti. Il nome di Mario Strano lo troviamo nell’importante inchiesta “Orsa Maggiore”. “Una delle operazioni di fondamentale valore nella lotta contro Cosa nostra a Catania”, evidenzia il capo della Mobile. “Mario Strano infatti era il reggente santapaoliano del gruppo di Monte Po. Poi grazie all’inchiesta Revenge – aggiunge Salvago – capiamo che gli Strano, così come i Martiddina di Piano Tavola, scelgono di affiliarsi ai Cappello Carateddi di Sebastiano Lo Giudice e portano con se il portafoglio delle estorsioni di quella zona geografica”. I collaboratori di giustizia raccontano di diversi summit tra i Cappello e i Santapaola per risolvere il problema della spartizione della carta del pizzo a Monte Po. Il boss al momento è detenuto al Pagliarelli di Palermo, dopo essere stato arrestato nell’hotel Villaggio Torre Normamma di Altavilla Milicia dove si trovava per trascorrere una vacanza ferragostana con la famiglia. Dimenticando però che era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

“Dall’analisi del profilo criminale del boss dei Cappello – scrivono gli inquirenti – emerge la figura di un soggetto socialmente pericoloso”. “In particolare abbiamo svolto una capillare attività investigativa dalla quale è emerso che il patrimonio di Mario Strano è frutto di arricchimento illecito”, spiega Ferdinando Buceti della Divisione Anticrimine. Il Tribunale del Riesame ha accolto la proposta del Questore ed ha disposto il sequestro di tre appartamenti a Picanello, che sono stati ammobiliati con arredi molto ricchi e sfarzosi. Foglie dorate alle pareti, leoni d’oro e troni dal gusto molto discutibile.

E’ finita sotto amministrazione giudiziaria la società di trasporti Catasped, intestata a Paola Strano. “La figlia Paola a soli 27 anni si ritrova un patrimonio di un milione e mezzo di euro”, afferma Buceti sollevando la questione della riconducibilità del patrimonio sequestrato al padre. Per gli inquirenti, i familiari in questo, caso sono delle “teste di legno” a cui solo formalmente sono intestati i beni. “Quello che stiamo cercando di fare con questo tipo di provvedimenti è quello strappare il potere finanziario alla criminalità organizza e quindi porre fine a questa concorrenza sleale che fa morire le imprese sane e soprattutto che stanno sul mercato rispettando le norme e le regole”, chiosa Buceti. Il valore stimato dagli investigatori del patrimonio sequestrato è di un milione e mezzo di euro.

LA REPLICA. “Ribadiamo l’estraneità alle accuse mosse dagli inquirenti, ma pensiamo – afferma a LiveSiciliaCatania l’avvocato Salvo Pace, difensore della famiglia Strano – di poter dimostrare che la società di trasporti Catasped non è frutto di reimpiego di capitali illeciti. Allo stesso tempo evidenziamo che la stima di un milione e mezzo di euro del patrimonio sequestrato ci pare alquanto esagerata”.


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