Con i pacchi di soldi in auto: viaggio della coca Palermo-Napoli

Con i pacchi di soldi in auto: viaggio della coca Palermo-Napoli

I carabinieri hanno monitorato una trasferta a bordo di una Citroen C3

PALERMO – Aveva agganci importanti con uomini non ancora identificati. L’ultima indagine dei carabinieri coordinata dalla Procura di Palermo ha ricostruito gli affari della droga di Gioacchino Guida.

Era partito da Partinico ed era sbarcato nel capoluogo siciliano, forte del rapporto con un presunto trafficante trapanese, Massimo Ferrara, con alcuni campani e altri grossisti a cui bisogna ancora dare un volto. A Palermo avrebbe osato prendersi gioco di Ignazio Traina, che gli investigatori piazzavano fino al suo recente arresto al vertice del mandamento di Santa Maria di Gesù.

Guida si dava un gran da fare come hanno ricostruito i militari piazzando una telecamera anche davanti alla sua abitazione di via Canaletto a Partinico. A dargli una mano sarebbe stata la compagna Roberta Pettinato.

Il 30 novembre 2018 la telecamera è come sempre accesa. Pettinato esce di casa e deposita un pacco nel portabagagli. “Sì, li mettiamo in un sacchetto…”. In effetti si vede un sacchetto di cellophane bianco. Cosa c’era dentro? Soldi, ordinati e sigillati in piccoli pacchetti chiusi con del nastro adesivo. Sette pacchetti, ognuno dei quali avrebbe contenuto dieci mila euro.

I soldi sarebbero stati destinati ai fratelli Giovanni e Raffaele Visiello di Pompei. I carabinieri, per non fare saltare le indagini, si sono imbarcati sulla nave Palermo-Napoli e hanno controllato di nascosto la Citroen C3 di Guida. C’era davvero la busta di plastica.

I settantamila euro sarebbero stati solo un acconto per la fornitura di cinque chili di cocaina, il cui pagamento sarebbe stato saldato nel 2019 con altri centomila euro. Si parla di un’ulteriore carico per altri 45 mila euro. Insomma, gli affari andavano a gonfie vele. Guida si era addirittura comprato una casa con la sola vendita dell’hashish allo Zen 2. Ed era infastidito perché qualcuno ostacolava i suoi giri in terra trapanese: il latitante Matteo Messina Denaro che attirava troppi sbirri.


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