"Con quest m... di Messina Denaro": il disprezzo per il latitante

“Con questo m… di Messina Denaro”: disprezzo per il latitante

Troppi poliziotti in giro per cercare il capomafia di Castelvetrano ed è difficile smerciare con la droga

PALERMO – Le microspie dei carabinieri registrano le voci delle bande della droga. Da Partinico, popoloso centro le porte di Palermo, marijuana e cocaina finivano nelle piazze di spaccio del capoluogo siciliano, ma anche a Trapani.

Ed è proprio in quest’ultima città che gli indagati sono costretti a confrontarsi con un’assenza ingombrante. Matteo Messina Denaro resta un fantasma. Per dargli la caccia gli investigatori battono ogni centimetro quadrato del territorio trapanese, con uno spiegamento di forze mai visto prima.

Troppi “sbirri” in giro e qualcuno è stato costretto a fare le valigie per andare a lavorare con la droga lontano dalla Sicilia.

I due uomini intercettati sono Gioacchino Guida e Savio Coppola, accusato di fare parte di una delle cinque organizzazioni smantellate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo con il blitz di ieri. Discutono dei fornitori di droga romani. In particolare di uno che abita in un residence vicino all’aeroporto di Fiumicino.

Ad un certo punto tirano in ballo il superlatitante: “… a Trapani Salvo c’è andato oggi, davanti… gli ha detto lui ‘mio figlio se n’è andato a lavorare là fuori” sono venuti quelli e le Calabrie qua’… perché con questo minchia di Matteo Messina Denaro da questa parte dice qua ci sono i reparti speciali… “.

Meglio stare alla larga da certe piazze. Il latitante di Castelvetrano non c’è, ma quelli che gli danno la caccia sono presenti in massa.


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