Palermo, "Sono i boss della provincia": tutti condannati I NOMI - Live Sicilia

“Sono i boss della provincia”: tutti condannati I NOMI

Si trattava di un troncone nato dall'inchiesta sulla nuova cupola

PALERMO – Tutti condannati. Pietro Merendino, considerato il capomafia di Misilmeri ha avuto 18 anni, Francesco Fumuso di Villabate 12 anni e mezzo, Stefano Polizzi di Bolognetta 17 anni, Simone La Barbera di Mezzojuso 3 anni e 8 mesi, Giusto Amodeo di Misilmeri 3 anni e 4 mesi, Pietro Lo Sicco di Capaci 10 anni.

Si tratta del troncone celebrato con il rito ordinario nato dall’inchiesta “Cupola 2.0” che nel 2018 scompaginò la riorganizzazione della nuova mafia. Tutti gli altri imputati hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato e il processo si era chiusi da tempo. I carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati della Direzione distrettuale antimafia, sventarono la rifondazione di Cosa Nostra dopo la morte di Totò Riina.

Contro gli imputati c’erano anche le dichiarazioni degli imprenditori vittime del pizzo.
Uno storia era fuori dagli abituali schemi.
Un operaio si infortunò sul lavoro. Pretendeva un risarcimento di 140 mila euro che poi scese a 80 mila euro e infine a 45 mila. Iniziarono pressioni e continue telefonate.

Ad un appuntamento si fece accompagnare da Merendino. “Volevano soldi in contanti, 500 euro al mese, ma io gli dicevo ‘siamo a terra’ non abbiamo neanche i soldi per mangiare – disse disse in aula rispondendo al pubblico ministero Gaspare Spedale -. Una volta gli ho dato 400 euro, li ho tolti di bocca alla mia famiglia”. Merendino in quell’incontro cercò di mettere una buona parola per trovare un accordo fra le parti. Lo avrebbero costretto a chiedere un prestito di 24.000 euro ad una società finanziaria con la scusa di acquistare un’autovettura. 

Il tribunale presieduto a Salvatore Flaccovio ha condannato gli imputati a risarcire le parti civili. Oltre alle vittime, erano costituiti Addiopzzo, Solidaria, Sos Impresa, Confcommercio Palermo, Sicindustria, Centro studi Pio La Torre, Confartigianato, i comuni di Misilmeri e Villabate. Erano assistiti, fra gli altri dagli avvocati Francesco Cutraro ed Ettore Barcellona.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI