Sono opere d'arte: architetto vince la causa con Prezzemolo&Vitale

Sono opere d’arte: architetto vince la causa contro Prezzemolo&Vitale

Il noto marchio avrebbe usato senza autorizzazione il progetto per ristrutturare alcuni punti vendita

PALERMO – È una sentenza destinata a fare giurisprudenza. Non è ancora definitiva, ma riconosce il diritto di autore del progetto di realizzazione dei primi punti vendita dei supermercati Prezzemolo&Vitale.

La sezione imprese del Tribunale di Palermo (presidente Claudia Turco, estensore Rachele Monfredi) ha dato ragione all‘architetto veneziano Gianpaolo Versuro e condannato la società a pagare 15 mila euro per i danni provocati, oltre alle spese legali.

Passa la linea degli avvocati Enrico Aguglia e Pietro Maria Aiello, e del consulente tecnico e architetto Iano Monaco. La sentenza afferma importanti ed inediti principi: la risarcibilità dell’opera architettonica; l’opera di ingegno è riconducibile al concept; il progetto ha una sua riconoscibilità che ne impone tutela.

Nel 2011 Prezzemolo&Vitale affida all’architetto Versuro la progettazione e la direzione artistica per la
realizzazione del negozio di via Noto. Il diritto di utilizzare il progetto, in un secondo momento, era stato consensualmente esteso agli esercizi di via Sciuti e via Di Marzo. In seguito, però, fu sfruttato per ristrutturare altri tre punti vendita.

“Senza il consenso dell’architetto Versuro”, hanno sostenuto i legali, secondo cui, “il progetto costituisce originale opera creativa dell’ingegno, tutelata dalla normativa sul diritto di autore e da quella sulla concorrenza”.

Per questo hanno chiesto al Tribunale lo stop all’utilizzo del progetto e un risarcimento danni da 150 mila euro. Di contro Prezzemolo&Vitale ha proposto di rigettare la richiesta “sulla base della mancanza nel progetto di qualsiasi elemento di originalità o creatività tali da potersi invocare la tutela della
proprietà intellettuale”
.

“E’ pacifico che per i negozi da ultimo indicati (cioè quelli interessati alla successiva ristrutturazione ndr) . – scrive il giudice – mai nessun incarico è stato conferito all’architetto Versuro, né è stato acquisito il suo consenso allo sfruttamento del progetto, benché nel contratto precedentemente sottoscritto fosse stato espressamente stabilito che l’architetto riservava a sé la piena proprietà del progetto ‘nei termini riferiti al diritto d’autore dell’opera artistica’”.

Da qui la condanna della società e dell’architetto, ed ex collaboratrice di Versuro che fu chiamata per seguire le nuove ristrutturazioni. La cifra è inferiore a quanto richiesto perché non è stato riconosciuto il danno morale e perché “il valore delle prestazioni tecniche ed esecutive svolte dall’architetto Versuro per l’allestimento dei negozi di via Noto, via Sciuti e via Di Marzo non è distinguibile da quello delle attività creative”.

Il riconoscimento del diritto di autore, però, è pieno. Il progetto dei supermercati è meritevole di tutela. Come le opere d’arte.


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