PATERNO’. Chiamarla vergogna è già di per sé un complimento. Il Salinelle di Paternò è un impianto che non è mai stato ultimato e consegnato. Ma la colpa non è tutta del Comune. Già, perché da quando a fine anni ’90 la Provincia lo “prelevò” per costruirvi l’anello ciclabile e trasformare la struttura in Velodromo è cominciato ufficialmente il calvario. Una storia di malapolitica che ha interessato tutte le amministrazioni provinciali degli ultimi quindici anni. Senza distinzione alcuna. Dieci miliardi, o giù di lì, delle vecchie lire gettati al vento. Questo luogo che tra gli anni sessanta e settanta aveva ospitato le gesta di calciatori del glorioso Paternò come Busetta, Coco e Palazzo, oggi si è trasformato in tutt’altro. Ricettacolo di spaccio, dormitorio per extracomunitari, enorme gabbia per allevamento di cani da combattimento. Con una ciliegina sulla torta: quella di una spazzatura che qui si trova dappertutto. Quando quasi dieci anni fa la ditta che aveva effettuato i lavori (oggi fallita) e la Provincia intrapreso una battaglia legale a colpi di carta bollata, per il Salinelle cominciò la distruzione. Quello che avrebbe dovuto essere un fiore all’occhiello della città, si è trasformato in un mostro che oggi andrebbe abbattuto o più semplicemente sequestrato.
In questo periodo dell’anno, gli extracomunitari che vengono assoldati al capolarato della raccolta delle arance per una manciata di euro al giorno vengono a dormire qui: tra escrementi e spazzatura ad ogni angolo, ad ogni passo, ad ogni metro quadro. Si dorme e si vive in condizioni igienico-sanitarie terribili. Ce ne sarebbe abbastanza per far gridare allo scandalo. Ce n’è abbastanza per un intervento immediato delle Forze dell’Ordine: per chiudere e sigillare tutto. Ma ce n’è abbastanza anche per chiedere conto e ragione a chi negli ultimi 15 anni è stato a capo di Palazzo Minoriti. Tanti, troppi, i responsabili di questa vergogna.