"Spaghetti, vino e separé di plastica | Come saranno i nostri ristoranti"

“Spaghetti, vino e separé di plastica | Come saranno i nostri ristoranti”

Gianluigi Mangia

Commenti

    Sig. Mangia se oltre che fra i tavoli riuscirà a montare anche un separé di plastica fra me e mia moglie quando siederemo allo stesso tavolo le prometto che verrò a mangiare tutti i giorni nel suo ristorante.

    Lo chef dice cose sensate.

    Personalmente ritengo che alcune attività, che peraltro personalmente pratico e/o prediligo, non siano proprio compatibili con le misure di distanziamento sociale.

    Penso ai luoghi di ristorazione, penso alle attività sportive, soprattutto agli sport dove il contatto è fisiologico o d’obbligo, penso alle spiagge affollate, penso ai mezzi di trasporto di massa, penso ai cinema e ai teatri, alle discoteche, agli estetisti, alle palestre, agli stadi, ai barbieri e parrucchieri, luoghi in cui parlare di distanziamento è mero esercizio di stile perchè semplicemente non è possibile, spesso neanche concettualmente.

    Esercizio di stile che, mi pare, affascina quella fetta del mondo che (a parte forse i barbieri/parrucchieri) non è avvezza a frequentare o praticare tali luoghi e dette attività.

    Ma lascia infastiditi quelli che non vivono dietro una tastiera o dietro uno schermo, ma vivono e basta.

    Quelli da me elencati sono luoghi dove è semplicemente irreale pensare ad una frequentazione da racchiusi dentro ad un condom metaforico.

    Non do soluzioni e non mi lamento, ma tanti potrebbero smetterla di sparare fesserie, che fesserie ne ho lette e sentite anche troppe di questi tempi, spesso ad opera di gente pratica solo di tastiera.

    “Esercizio di stile che, mi pare, affascina quella fetta del mondo che (a parte forse i barbieri/parrucchieri) non è avvezza a frequentare o praticare tali luoghi e dette attività”…………capisco la sua elevata cultura da docente universitario alla UniCT ma potrebbe per favore fare capire, possibilmente con semplici parole comprensibili anche per noi umili ignoranti cosa voleva dire o intendere con questo suo acculturato pardon socialmente elevato ragionamento? Grazie.

    Caro amico catanese nessun problema, lei ha elencato tante attività per le quali i titolari per riaprire dovranno effettuare i dovuti investimenti finanziari per adeguarle alla nuova situazione. Del resto, e glielo dico da imprenditore, uno non può pensare dolo ad intascare tutti gli anni ricchi dividendi senza pensare che prima o poi per una pandemia, una guerra, un tracollo finanziario o altro le cose possano improvvisamente cambiare. Ci sono momenti nella vita nei quali tocca anche aprire il portafogli ed investire in pesanti ristrutturazioni aziendali, del resto in economia funziona così. Vorrà dire in poche parole che sia lei che io per un anno o due non vivremo una elevata vita social ma ci dedicheremo più semplicemente a lavorare per mettere in sicurezza gli altri….

    sig. catanese volante non possiamo non constatare che anche lei sia uno molto pratico di “tastiera”, poteva quantomeno risparmiarci con la scusa del commento l’elenco dei locali che può permettersi (?) di frequentare.

    La sua antipatia verso chi commenta in rete su questione politiche,sociali da lei non condivisibili è chiara, ogni qualvolta lo manifesta chiaramente. Forse questo suo astio nasce dal fatto che sa di essere tra i pochi a pensarla come lei.

    Ritengo che la problematica di sopravvivenza non può risolversi con il plexiglass. Qui non si consente piùa ai ristoratori di esistere – le distanze da mantenere riducono mediamente ad 1/3 la ricettività. Pertanto andranno ridotti ad 1/3 i costi di gestione alcuni licenziando personale e creando disoccupazione altri costi quali gli affitti non più commisurati alle entrate dovrebbero essere pagati a fondo perduto dallo Stato? VERGOGNA

    Vi potete specializzare nei pasti da chef da consegnare a casa

    Vergogna chi o cosa?

    Dispiace per tutti i ristoratori/bar…ma il solo pensiero d’andare a pranzo/cena in un locale simil blindato, tra separè in plastica, col terrore di sentire un colpo di tosse, con la paura di starnutire, sempre con occhio vigile alla vicinanza altrui, non abbia alcun senso.
    La fomosa “uscita” era un piacere…se diventa una sorta di “dovere” perde di validità.

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Sono una mamma con 2 figli all'università, uno spera nella borsa di studio per avere un aiuto importante ed invece ci ritroviamo sempre con un pugno di mosche in mano. Poveri studenti,poveri genitori che fanno sacrifici enormi per fare studiare i propri figli nella speranza di dare loro un futuro migliore. Sono molto delusa e dispiaciuta per il nostro Bel Paese che continua ad andare sempre indietro.

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