GIARRE – Dovrà rispondere di omicidio Isidoro Garozzo, il 64enne incensurato di Giarre che questa mattina ha esploso 4 colpi di pistola, una Beretta 6,32, contro il 48enne Vincenzo Patanè, anch’egli incensurato giarrese, rimasto gravemente ferito e poi deceduto all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove è giunto in elisoccorso. Il grave episodio di sangue è accaduto poco prima delle 11 e 30 lungo la strada che dalla frazione giarrese di San Giovanni Montebello conduce a Sant’Alfio.
Alla base del gesto motivi di natura personale, legati ad una relazione extraconiugale intrapresa, pur essendo entrambi sposati, tra la figlia dell’aggressore e la vittima, ma conclusasi circa un anno fa. Patanè non aveva accettato la fine della relazione e continuava ad insistere per riallacciarla. Questa mattina è stata l’ultima volta. La vittima si è recata nell’abitazione della donna ma ha trovato anche il padre, con il quale ha avuto un violento diverbio.
Garozzo a quel punto è rientrato in casa, ha preso la pistola ed è sceso in strada. Lì ha puntato l’arma contro Vincenzo Patanè e lo ha colpito al torace, ferendolo gravemente. I carabinieri della Compagnia di Giarre, allertati da una telefonata anonima, hanno tempestivamente raggiunto la via Etna della frazione giarrese. Lì hanno trovato, ancora riverso sul selciato, il ferito che, pur in gravi condizioni, è riuscito a raccontare ai militari dell’Arma quello che era accaduto. Poco dopo è giunta l’ambulanza ed i sanitari, constatate le gravi condizioni, hanno chiesto l’immediato intervento dell’elisoccorso, atterrato allo stadio d’atletica di Giarre. Ma l’uomo non ce l’ha fatta. Nonostante i tentativi di salvargli la vita, è deceduto poco dopo il suo arrivo al nosocomio etneo.
Subito dopo il racconto della vittima i carabinieri hanno raggiunto l’abitazione dell’aggressore, a pochi metri distanza. Lo hanno trovato in stato di agitazione e ancora armato di pistola, regolarmente detenuta. Riportato alla calma dagli stessi militari, Isidoro Garozzo ha consegnato l’arma, subito sottoposta a sequestro, ed è stato condotto in Caserma per essere sottoposto all’esame dello stub.
Nel corso della successiva perquisizione domiciliare i militari hanno trovato e sequestrato altre armi, 4 fucili da caccia ed un’altra pistola Beretta, anch’esse regolarmente detenute dall’uomo.
Si è concluso poco dopo le 19 il lungo interrogatorio dell’indagato. Davanti al pm Raffaella Vinciguerra e ai difensori di fiducia Francesco e Lucilla Trombetta, Isidoro Garozzo ha descritto le numerose minacce e aggressioni fisiche subite dalla figlia dopo la chiusura della relazione con Vincenzo Patanè. La donna non avrebbe mai denunciato gli episodi alle forze dell’ordine ma si sarebbe rivolta ad un centro antiviolenza di Catania. Stamani la vittima, e non sarebbe stata la prima volta, avrebbe telefonato all’indagato minacciandolo di dargli una lezione. Garozzo, temendo l’aggressione dell’uomo, ha preso con sé la pistola, pur non avendo il porto d’armi. Quando è rientrato nella propria abitazione e lo ha visto inveire contro di lui, ha puntato l’arma e gli ha sparato quattro volte. L’uomo, rinchiuso in serata nel carcere di Piazza Lanza a Catania, è accusato di omicidio doloso e porto abusivo di arma.