Sprar di Bronte, il Sol.Calatino |risponde alla senatrice Catalfo - Live Sicilia

Sprar di Bronte, il Sol.Calatino |risponde alla senatrice Catalfo

Dopo la denuncia della parlamentare del Movimento 5 Stelle arriva la replica dal Consorzio (e non dal Comune).

BRONTE – Che il Consorzio Sol.Calatino partecipò nel 2013 a un bando pubblico per gestire lo Sprar di Bronte e ne risultò vincitore, è un dato di fatto. Ma si ribadisce la partecipazione a un bando pubblico e non a un affidamento diretto per la gestione del Centro Sprar, per cui non si capisce quale sia la critica esercitata dalla Senatrice del Movimento 5 Stelle Nunzia Catalfo.

Vincere come unico partecipante rappresenta uno scandalo? Quale è la responsabilità da parte di chi si presenta a un bando pubblico, se altri enti non partecipano come concorrenti per vincere lo stesso bando? Perdi più si precisa che il Consorzio Sol.Calatino non è coinvolto nell’inchiesta “Mafia Capitale”, e che l’ex presidente Paolo Ragusa è stato tirato in ballo in vicende giudiziarie diverse da “Mafia Capitale”, cui spetterà alla magistratura fare luce sui fatti.

Si ricorda altresì che già da oltre tre mesi Sol.Calatino ha cambiato il suo presidente, nella persona di Rocco Ferraro, e Ragusa non fa più parte degli organi amministrativi del Consorzio. Il Sol.Calatino pertanto chiede alla stampa e alla senatrice Catalfo e a quanti intendono ancora gettare fango sull’operato dell’ente stesso che esso è composto da persone, da cooperatori che ogni giorno svolgono con passione e dedizione il proprio lavoro al servizio dei più deboli e degli ultimi e il loro lavoro va difeso e tutelato, senza rischiare di rimanere sotto scacco continuo e da parte della stampa e da parte del politico di turno che intende promuoversi attaccando lavoratori onesti.

Probabilmente sarebbe il caso che la stampa e l’opinione pubblica e la parte della politica in cerca di capri espiatori lasciasse in pace chi svolge quotidianamente e onestamente il proprio lavoro, dando la possibilità di svolgerlo in maniera serena e non sotto il continuo stress dell’attacco, seppur senza fondamento, perché chi ne subisce le conseguenze sono i più deboli e i soggetti vulnerabili che rappresentano già un anello debole della società e non possono essere ulteriormente svantaggiati.

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