Finale al cardiopalma per “Squadra Antimafia”. Lasciati sul campo di battaglia due “galantuomini” del calibro di Dante Mezzanotte e Oreste Ferro, la quinta stagione chiude lasciando aperti una serie di interrogativi-chiave. L’unica certezza per i telespettatori, a margine di una puntata ricca di colpi scena, è il ritorno del perfido De Silva. L’ex funzionario dei servizi segreti è rientrato in scena con le mani sporche di terra (lava?) e con il “cavalluccio” di carta con cui Leonardino giocava in aeroporto prima di essere rapito. Il bambino è dunque in mano al nemico di Calcaterra? Tutto lascia supporre di sì, a cominciare dal funerale con tanto di bara bianco celebrato senza corpo. Che tipo di alleanza ha stretto De Silva con Afrikanietz? Quali loschi affari hanno in comune? A legarli c’è Veronica Colombo? E soprattutto, come si inserisce in questo torbido triangolo il piccolo Leonardo? Per avere delle risposte, occorrerà attendere la sesta serie. Ancora un anno e conosceremo anche le sorti di Rosy Abate, destinata ora come ora a trascorrere il resto dei suoi giorni in un ospedale psichiatrico.
IL VIDEO DEL SALUTO DEGLI ATTORI DI “SQUADRA ANTIMAFIA 5”
LA DIRETTA DI LIVESICILIA
Si è conclusa, su Canale 5, la decima e ultima puntata di Squadra Antimafia 5.
Ore 23.30 La quinta serie di “Squadra Antimafia 5” si conclude con De Silva, con le mani sporche di terra, che fa volar via un “cavalluccio” di carta. Appartiene a Leonardino?
Ore 23.26 Sciuto informa Calcaterra che Afrikanietz è stato avvistato in Montenegro. Nelle immagini dell’Interpol, il boss russo non è solo. Calcaterra riconosce nell’uomo insieme a lui Filippo De Silva.
Ore 23.23 Si vede una bara bianca all’interno di una chiesa. Ma il corpo di Leonardino dov’è?
Ore 23.20 Il problema alle vertebre di Pietrangeli è peggiorato con la caduta durante la sparatoria a Pedara e il medico esclude che possa continuare ad avere un ruolo operativo nel suo lavoro.
Ore 23.13 Lara ammanetta la sorella. Calcaterra insegue Rosy, corsa via appresso alla sua “visione”. La mafiosa crede di stringere tra le braccia Leonardino ma del bambino non c’è traccia. Calcaterra la stringe a sè, consolandola.
Ore 22.10 Rosy incalza la Colombo: “Tu che l’hai visto per l’ultima volta, che cosa ha detto prima di morire?”. “Ha detto ‘Mamma’”, dice Veronica che si impossessa della pistola e la punta contro la mafiosa. Ma arrivano Calcaterra e Lara. Il commissario intima a Veronica di metter giù la pistola.
Ore 23.00 Calcaterra, in macchina con Lara, ha un’intuizione. Le due donne sono dirette al vulcano. “E’ lì che hanno sepolto Leonardino”, sostiene con certezza Domenico. Giunte a destinazione, Rosy obbliga Veronica a scavare con le mani.
Ore 22.55 Lara continua a chiamare sua sorella, finché all’altro capo del telefono risponde Rosy. “Io sto andando dal bambino”, dice a Calcaterra. “Io non lo volevo rapire tuo figlio, è stato Ruggero” singhiozza Veronica, non sapendo più a chi dare la colpa.
Ore 22.55 Calcaterra e Lara arrivano tardi a casa di Veronica. Trovano il corpo di Schiavone, tracce di sangue e un paio di scarpe da donna racchiuse in un cellophan. Il cellulare di Veronica squilla a vuoto ma viene localizzato dai poliziotti a San Giovanni La Punta.
Ore 22.50 Veronica addossa la colpa della morte di Leonardino a Ferro: “Mi dispiace è stato Achille Ferro, gli ha sparato lui, ti posso dire che non ha sofferto, lo giuro su Dio”. “Dove sta?”, chiede compulsivamente Rosy, senza mai abbassare la pistola. La Colombo cede: “Ti ci posso portare”.
Ore 22.45 Rosy Abate costringe il giornalista Schiavone a portarla a casa di Veronica Colombo. “Sei stata tu, tu eri con loro”, dice la mafiosa riconoscendo il foulard rosso che sventolava dal finestrino dell’auto di Achille Ferro. Rosy fa fuori Schiavone. La Colombo è in preda al panico.
Ore 22.40 Sciuto informa Lara che durante la sparatoria uno dei russi ha ricevuto una telefonata in italiano. La sim è risultata criptata ed è quindi impossibile risalire al proprietario. La Colombo capisce che si tratta della sorella e va a riferirlo ai suoi superiori, chiedendo un mandato di perquisizione.
Ore 22.30 “Sono contento di aver vendicato tuo figlio. Quelli come noi figli non ne dovrebbero avere, anche se io da te ne avrei voluto”, sono le ultime parole pronunciate da Dante che muore sotto gli occhi di Rosy. In segno di rispetto e gratitudine, la mafiosa decide di non far ritrovare il corpo dell’amante ed incendia l’ambulanza.
Ore 22.25 Dante Mezzanotte irrompe in manicomio e, carico di esplosivo e sotto la minaccia di due pistole, fa evadere Rosy portandola con sè. I due fuggono a bordo di un’ambulanza, ma Dante è gravemente ferito: “Volevo portarti in un posto bello dove non ci conosce nessuno, ma non ce la faccio”.
Ore 22.20 Il Questore striglia Calcaterra: “Lei ha agito mentre era in regime di sospensione, dovrei farla arrestare”.
Ore 22.15 Calcaterra salva una scolaresca che stava transitando dal luogo della sparatoria a bordo di un pulmino. Nel frattempo Dante si dà alla fuga. Spaventata e tesa, Lara schiaffeggia Calcaterra davanti ai suoi uomini. Ma subito dopo, i due si baciano in pubblico.
Ore 22.10 Mentre Lara Colombo viene avvisata da Palladino del conflitto a fuoco, Calcaterra si trova faccia a faccia con Mezzanotte e i due sparano insieme in direzione dei nemici stranieri. Veronica, che era con la sorella, avverte i russi: “Dovete scappare, stanno arrivando i rinforzi”
Ore 22.05 A Pedara, gli uomini di Afrikanietz irrompono durante il summit e fanno fuoco. Dante resta ferito a una gamba mentre Oreste Ferro viene colpito a morte. I russi tornano in possesso della valigetta con il denaro. In contemporanea sopraggiunge Calcaterra con la sua squadra. Fuori dall’edificio dove c’è stata la carneficina, si spara all’impazzata.
Ore 22.00 Ho perso la mia famiglia, mia moglie, mio fratello. Oggi ho l’occasione di ricominciare. Qui ci sono le prime pietre su cui fonderemo la nostra casa”. Questo l’incipit del discorso con cui Dante Mezzanotte si presenta alla Cupola, introdotto da Oreste Ferro. I boss, inizialmente restii ad accettarlo, cambiano idea alla vista dei soldi e fiutando il grande affare di Baia d’Angelo. “Ora ho capito per chi devo votare domenica”, dice un “anziano” ufficializzando l’appoggio della mafia alla candidatura di Veronica Colombo.
Ore 21.55 Don Oreste a Dante: “Oggi formalizzeremo il nostro ingresso nella Commissione”. Ma il giovane ha fretta di scalare il vertice di Cosa nostra, anche a costo di ricorrere alla violenza. “Li dobbiamo ammazzare tutti”, dice impaziente. “A Rosy l’aiuteremo… l’ho promesso”, lo tranquilla il vecchio boss che, al summit, porta con sè la valigetta con i soldi.
Ore 21.50 Calcaterra rinviene una microspia nella valigetta di Goncarov.
Ore 21.45 Veronica Colombo chiede alla sorella Lara di raggiungerla al Palasport dove si svolgerà il comizio di chiusura della sua campagna elettorale: “Sei mia sorella e anche il capo dell’antimafia. Se la gente ti vedrà, penserà che le accuse contro di me sono infondate”.
Ore 21.40 Calcaterra viene coinvolto in un conflitto a fuoco. I russi riescono a fuggire e il poliziotto resta illeso. Lara Colombo viene informata della sparatoria.
Ore 21.35 “So chi sei Afrikanietz”. Calcaterra è sulle tracce del boss russo e lo sfida al telefono strappato ai suoi scagnozzi intercettati al’hotel Miramare: “Hai fatto un grande errore a venire nel mio paese”.
Ore 21.31 “Non ti mollo, tu sei mia”. Calcaterra non demorde e bracca Veronica Colombo.
Ore 21.30 Calcaterra viene sospeso dal servizio e rispedito a Palermo con la sua squadra. Per il Questore, il commissario “ha bisogno di riposo”. Il saluto con Lara è tutto fuorchè amichevole. Pietrangeli non è da meno: “E adesso chi ci pensa a sua sorella?”.
Ore 21.25 Oreste Ferro e Dante Mezzanotte progettano di tornare ai vertici della Commissione Regionale di Cosa nostra. Dante: “Per me la guerra non è finita, finché Rosy rimane là dentro”.
Ore 21.20 Veronica Colombo mette in guardia i russi: “State attenti, la polizia sospetta che siete a Catania”