Stage "taroccati" a Mascalucia |11 richieste di rinvio a giudizio - Live Sicilia

Stage “taroccati” a Mascalucia |11 richieste di rinvio a giudizio

Sott'indagine amministratori di primo piano e politici. TUTTI I NOMI.

procura di catania
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MASCALUCIA –  Le truffe nell’ambito della formazione sembrano “il cibo” quotidiano per molti. Un settore, questo su cui avrebbero lucrato secondo la Procura di Catania alcuni  ex amministratori del Comune di Masclucia, tanto da chiedere il rinvio a giudizio per 11 persone per i reati (reiterati nel tempo) di truffa, peculato, abuso d’ufficio e falso materiale. Dietro le accuse ci sarebbro stage e corsi di formazione “mascherati”  creati – a detta degli inquirenti – senza i requisiti previsti dalla legge e per assumere dei soggetti a tempo determinato caricando delle spese l’ente pubblico. Il Giudice per le Udienze Preliminari Flavia Panzano il prossimo 18 marzo dovrà valutare la posizione dell’ex sindaco Salvatore Maugeri e degli ex assessori comunali Francesco Zito, Pasquale Paolillo, Matteo Barbaro, Nicolò Oliveri, Giovanni Rapisarda, Luciano Reina e Carmelo Ragona.  La richiesta di giudizio della procura coinvolge anche due donne:  Marisa Raciti, ex capoarea dei Servizi sociali che avrebbe avuto il ruolo di recrutare gli stagisti e la Presidente dell’Assiciazoone A. RI. A. L.,  Benedetta Vittorio.

I FATTI CONTESTATI – L’inchiesta parte da una denuncia presentata dal papà di uno dei partecipanti allo stage, che si concretizzò anche in un’interrogazione di un consigliere comunale d’opposizione, Fabio Cantarella che chiese “lumi” sulla vicenda. Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Procura che sono sfociate nella richiesta di rinvio a giudizio ci sarebbe stato un “accordo” in base al quale l’associazione avrebbe presentato una nota al Comune di Mascalucia (documento protocollato) con la richiesta d’inserimento di 15 stagisti, ma a detta dell’accusa da parte del richiedente “non era stato attivato alcun tipo di stage o corso di formazione”. Nonostante questo – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio del pm – l’istanza è stata  accolta  “con una delibera di giunta” votata dall’ex sindaco e da alcuni assessori indagati. Un percorso formativo che si sarebbe ripetuto nel tempo nonostante non fosse stata presentata alcuna istanza: da qui la reiterazione del reato.  Secondo l’ccusa l’ex capo area dei Servizi sociali, Marisa Raciti, avrebbe attraverso una determina prima individuato i capitoli di spesa e dopo avrebbe “assunto” su “segnalazione” una serie di soggetti senza rispettare alcun critero oggettivo. L’accusa di falso, oltre che di truffa aggravata, per Maugeri e ai sette assessori si configurerebbe secondo la procura per la falsa attestazione “nella delibera di giunta dell’esistenza di uno stage aziendale in svolgimento presso la casa di riposo Villa Cristina gestita dall’associazione A.RI.A.L”.  Delibere queste che avrebbeo portato “a un ingiusto vantaggio patrimoniali alle persone assunte dopo lo stage “fantasma”: da questa fattispecie la contestazione dell’abuso d’ufficio, a cui si aggiunge il peculato per aver sottratto “alle casse del Comune di Mascalucia 40 mila euro” utilizzati per svolgere gli stage senza i requisiti previsti dalla legge.

LA DIFESA – “La procedura si è svolta in modo regolare e secondo le norme vigenti – questa la replica di Carmelo Galati, avvocato difensore di Marisa Raciti, l’ex funzionario dei servizi sociali del Comune – i corsi avevano la copertura finanziaria prevista nei capitoli di bilancio del Comune. Le selezioni si sono svolto secondo le modalità indicate dall’amministrazione comunale. Indicazioni seguite con lo star bene anche di funzionari di altri settori dell’amministrazione, perchè gli stage sono stati attivati non solo per i servizi sociali. Secondo noi – aggiunge l’avvocato Galati – non si configura l’ipotesi di reato contestata dall’accusa in quanto, ripeto, la procedura si è svolta in maniera regolare, ed inoltre, voglio aggiungere che molti degli stagisti selezionati rifiutarono di svolgerlo in quanto ritenevano che la retribuzione non fosse congrua”.

Gli avvocati Michelangelo Mauceri, Lopresti Paola e lo Studio Legale Alioto, difensori dell’ex assessore Barbaro Matteo dichiarano: “Il capo di imputazione così come enucleato dalla Procura descrive un impianto accusatorio non supportabile da alcun effettivo elemento probatorio a carico del Barbaro. Nessun elemento in atti consente, infatti, di sostenere un coinvolgimento dell’ex assessore Barbaro che vada al di la’ della semplice partecipazione dello stesso quale membro della giunta all’approvazione delle delibere in discorso. Nessuna prova, ne’ indizio consente di attribuirgli il ruolo di “promotore” di alcunché , ne’ che lo stesso abbia perseguito e/o conseguito alcun altro vantaggio personale ne’ economico per s’è o per altri. La legittimita’ – aggiungono i due legali – dell’iter amministrativo volto alla approvazione delle delibere in discorso appare pienamente documentata in atti. Si aggiunga, peraltro, che il nostro assistito, all’epoca vicesindaco, non rivestiva in tali occasioni alcuna funzione suppletiva, vista la presenza del Sindaco. Non essendo, inoltre, destinatario di delega ai servizi sociali, non era in condizione di svolgere – concludono gli avvocati Mauceri e Lopresti – un’attivita di controllo, accertamento e/o ulteriore approfondimento superiore a quella usata”.

PARTI OFFESE – I dieci lavoratori “assunti” nella convinzione di prendere parte ad uno stage compongono la parte offesa del procedimento. Alcuni di questi se il Gup accoglierà la richiesta di rinvio a giudizio della Procura si costituiranno parte civile nel processo.


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