PALERMO – “Lo Statuto siciliano è candidato ad essere smantellato”. Nel giorno in cui si celebra il 68esimo anniversario dell’Autonomia della Regione, la premessa è questa: “Proprio la nostra autonomia rischia di essere cancellata”. A dirlo, in conferenza stampa all’Assemblea regionale, l’ex assessore al Bilancio del governo Lombardo, Gaetano Armao, e il segretario regionale del Partito dei siciliani, Rino Piscitello. I due autonomisti puntano il dito contro la riforma del Titolo V della costituzione, voluta dal premier Matteo Renzi, e che il governo nazionale sta portando avanti.
“Il presidente della Regione non sta muovendo un dito – dice Armao – adesso scopra le carte: Crocetta dica se vuole portare lo Statuto al macero o se vuole custodirlo e rilanciarlo”. Per questo oggi parte un appello “a tutte le forze parlamentari – aggiungono i due – affinché alla fedeltà al partito facciano prevalere la fedeltà alla Sicilia. Se qualcuno dei nostri delegati a Roma è favorevole a questa nuova riforma, che si assuma la responsabilità con nome cognome. Oggi rivolgiamo un appello a difesa dell’autonomia, perché non venga assimilata la Sicilia alle altre regioni, perché si salvi la specialità prima che una legge statale stabilisca che le regioni a statuto speciale devono modificare le loro carte fondamentali per armonizzarle quelli delle regioni a statuto ordinario”.
Poi l’attacco al governo regionale, che proprio ieri ha incassatola “vittoria” sull’articolo 37 dello Statuto, che prevede che le imprese che hanno stabilimenti nell’Isola verseranno alla Regione l’imposta sui redditi prodotti (Ires). E per quest’anno, la somma che incasserà l’amministrazione è stimata in 49 milioni di euro. “Una cifra ridicola – prosegue Gaetano Armao – visto che l’articolo 37 non vale meno di 400 milioni di euro. I 49 milioni sono circa il 10 per cento, e lo si spaccia per attuazione dello Statuto, quando invece è solo una partita di giro per lo Stato, servita alla Regione per chiudere il bilancio. La montagna ha partorito, come al solito, un topolino, non mi pare che sia una buona notizia”.
Infine un’altra stoccata al presidente della Regione: “Assurdo che il governatore sia stato convocato in prefettura per un incontro con il presidente del Consiglio Renzi. Anche questo significa sminuire la nostra Autonomia. Perché Renzi non andava a Palazzo d’Orleans? Senza dimenticare che, per colpa di questa visita, è saltata all’Ars una seduta importantissima”. Gli autonomisti, sostenuti da esponenti del mondo universitario, dalle associazioni Per la Sicilia, Per la Nazione e Sicilia Opengov chiedono anche misure di fiscalità di vantaggio per rilanciare l’economia dell’Isola. “Siamo ad un bivio – dicono Armao e Piscitello –. O ci danno questo o andremo ad un referendum dove i siciliani decideranno dove e come stare”.