Strade e gestione dei sinistri. "Danno erariale da 32 milioni" - Live Sicilia

Strade e gestione dei sinistri| “Danno erariale da 32 milioni”

Esposto di Forello e Argiroffi alla Corte dei Conti
COMUNE DI PALERMO
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PALERMO – Un possibile danno erariale da quasi 32 milioni di euro, di cui 12 per il solo servizio di gestione dei sinistri stradali che sarebbe stato pagato per anni indebitamente: è questo l’atto di accusa che i consiglieri comunali di Palermo Ugo Forello e Giulia Argiroffi hanno messo nero su bianco e inviato alla Corte dei Conti, chiedendo di far luce su quanto accaduto a Palazzo delle Aquile dal 2014 al 2020.

Una decina di pagine più sette allegati che si concentrano sulla manutenzione delle strade cittadine che sulla base del vecchio contratto, approvato nell’agosto del 2014 e sostituito dal nuovo appena lo scorso luglio, il comune di Palermo ha affidato alla Rap insieme ai servizi di sorveglianza, monitoraggio e pronto intervento, a cui aggiungere anche quello della gestione dei sinistri e quindi dei contenziosi. Un pacchetto che da solo valeva quasi 15 milioni di euro l’anno, ma che è stato spesso al centro di polemiche e lamentele tanto da spingere due mesi fa il consiglio a toglierlo alla partecipata per affidare tutto ai privati (cosa che in realtà non è ancora avvenuta, lasciando tutto in una sorta di limbo).

Un compito (quello della manutenzione) che la Rap non è mai riuscita a svolgere come avrebbe dovuto, tanto da non arrivare neanche a fatturare quanto previsto dal contratto, con conseguenze negative sulle condizioni delle strade: il risultato è stato una pioggia di cause, con il Comune costretto a pagare in cinque anni 20 milioni di euro per risarcire i danni ad automobilisti, ciclisti e pedoni. “A causa della grande mole di contenzioso per le insidie stradali – si legge nell’esposto – l’amministrazione comunale è stata condannata svariate volte e ciò ha determinato un ingente danno economico a causa della formazione di centinaia di debiti fuori bilancio”. Il problema, dicono i consiglieri comunali, è che Palazzo delle Aquile non “si è quasi mai rivalso sulla società partecipata e per queste ragioni si configura un grave danno erariale”, a parte 476 mila euro che la Rap è stata costretta a rimborsare al suo socio unico.

Tutto qui? No, perché poi c’è il capitolo della gestione dei sinistri e del relativo contenzioso che, secondo Forello e Argiroffi, è stato pagato per cinque anni (per un totale di 12 milioni) pur non essendo stato svolto a dovere. Contratto alla mano, il servizio prevedeva la predisposizione dei fascicoli delle richieste di risarcimento, i rapporti con gli uffici comunali, sopralluoghi con le controparti, riscontri e segnalazioni, favorendo anche la “composizione transattiva delle vertenze”.

“Non risulta però che tale servizio sia stato mai effettivamente svolto, se non in modo del tutto marginale e in evidente contrasto con le finalità che il servizio avrebbe dovuto perseguire – continua l’esposto – Si tratta, in altre parole, di un evidente e macroscopico inadempimento contrattuale da parte della società partecipata”. Il Comune avrebbe però continuato a pagare il servizio, nonostante la Rap “nella stragrande maggioranza dei contenziosi connessi alle cosiddette insidie stradali non si sia costituita in giudizio e quindi non abbia svolto alcuna attività di gestione del contenzioso; nei casi in cui, invece, si è costituita in giudizio ha assunto, paradossalmente, posizioni processuali anomale e di conflitto nei confronti del Comune”.

Un contrasto, quello tra Palazzo delle Aquile e la sua società, che in realtà è nato ancora prima dell’approvazione del vecchio contratto: il Comune, infatti, ha nominato Rap “custode” delle strade, provando a scaricarsi di dosso ogni responsabilità, cosa che la società ha sempre rifiutato tanto da aver allegato al contratto una propria nota per esprimere tutta la sua contrarietà. La tesi dell’azienda era che non potesse essere considerata responsabile di ogni strada dissestata, ma solo di quelle che di volta in volta venivano rifatte e che il proprietario restava sempre e solo il Comune: un’interpretazione che negli anni ha portato a numerosi conflitti, con tanto di note piccate.

Un cortocircuito che però non ha impedito di liquidare regolarmente il servizio: in poche parole da un lato gli uffici tecnici del Comune contestavano a Rap di non svolgere il proprio dovere, ma dall’altro le fatture venivano comunque pagate. “Ci si chiede pertanto – scrivono Forello e Argiroffi – se la linea adottata di destinare ingenti somme di denaro per questi servizi sia da considerare legittima”.

“Già prima della sottoscrizione del vecchio contratto avevamo segnalato di ritenere illegittime quelle condizioni – replicano dalla Rap – Nonostante questo, abbiamo continuato a svolgere il servizio ma non possiamo essere considerati responsabili per le strade su cui non intervenivamo, di cui il Comune rimane il proprietario come sancito da numerose sentenze. Per quanto riguarda la gestione dei sinistri, i 2 milioni di euro servivano quasi totalmente a pagare il premio assicurativo, senza considerare i costi del personale, delle squadre di intervento e dei legali; inoltre spesso il Comune ci ha chiamati in causa per danni dovuti alle radici degli alberi o alle sottoreti, che non erano certo di nostra competenza”.


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