Strage di Mineo |Cinque i condannati - Live Sicilia

Strage di Mineo |Cinque i condannati

Il tribunale di Caltagirone ha assolto il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, e il responsabile del servizio di prevenzione, Giuseppe Virzì. Condannati invece Mirata, Zampino, Catalano, Carfì e La Cognata.

CALTAGIRONE – E’ stata emessa, dal tribunale calatino, la sentenza del processo per la strage del depuratore di Mineo. Nel 2008 morirono sei persone, oggi sono cinque i condannati. Due anni e 8 mesi di reclusione, per la mancata manutenzione dell’impianto, è la pena inflitta a Giuseppe Mirata, Marcello Zampino e Antonino Catalano; quattro anni e due mesi per traffico illecito di rifiuti per il titolare della ditta di espurgo iblea Salvatore Carfì e tre anni e quattro mesi per La Cognata, capo cantiere della ditta ragusana. Assolti, invece, il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, e il responsabile del servizio di prevenzione, Giuseppe Virzì.

“Siamo soddisfatti. Quella emessa oggi è stata una sentenza molto articolata, che rispecchia i capi di imputazione tecnici, ragion per cui va ancora analizzata e compresa”. Questo il commento a caldo di Sergio Raciti, il legale che insieme a Ruggero Razza, Enzo ed Enrico Trantino, ha assistito in questi anni i familiari di Giuseppe Zaccaria, uno dei dipendenti comunali rimasti coinvolti nella tragedia.

Il tribunale ha disposto, inoltre, il risarcimento del danno alle parti civili, con una provvisionale compresa tra i 5 e i 45 mila euro per i familiari delle vittime, e un rimborso delle spese legali per il comune di Mineo e per l’Inail. A questo si aggiunge il sequestro dell’autobotte di proprietà della ditta iblea che fu impegnata nel servizio di espurgo 11 giugno del 2008. “L’analisi – dice Raciti a LiveSiciliaCatania – necessita obbligatoriamente di una lettura approfondita delle motivazioni. Prima di tutto vogliamo capire le ragioni per cui il tribunale, a differenza della Procura, non ritenga causa della morte dei sei operai il mix di esalazioni provocato sia dal mal funzionamento del depuratore, che dallo sversamento di sostanze illecite da parte della ditta ragusana”.

“Abbiamo necessità – conclude il legale – di capire quale sia stato il ragionamento logico e giuridico seguito dai giudicanti. Quel che rimane certo è che la responsabilità del comune di Mineo e della Carfì sono chiare e inequivocabili per quanto riguarda la mancata adozione di tutti quegli accorgimenti che, se fossero stati adottati, avrebbero senza dubbio evitato la tragedia”.

 


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