La 13enne stuprata dal branco a Catania: il processo ai “complici”

Stuprata dal branco a Catania, i Ris al processo ai presunti “complici”

In aula si è discusso del dna rinvenuto nel luogo della violenza
TRIBUNALE COLLEGIALE
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CATANIA – I Ris di Messina non hanno trovato loro tracce ematiche né tracce di liquido seminale corrispondente al loro dna negli indumenti della vittima. Il dato è emerso al processo ai presunti complici, ai componenti del branco che avrebbe abusato di una ragazzina di soli 13 anni nei bagni della Villa Bellini. In realtà la mancata presenza di riscontri di questo genere non rappresenta un elemento nuovo.

Alla sbarra, dinanzi al Tribunale collegiale, preseduto dal giudice Santino Mirabella, sono i presunti complici. Del branco, composto da 7 giovani di nazionalità egiziana, in due – un minorenne e un maggiorenne – avrebbero stuprato la povera vittima. Gli altri avrebbero assistito e tenuto fermo il fidanzatino, costringendolo a non chiamare aiuto.

La deposizione del Ris

In aula hanno deposto due investigatori del Ris, un ufficiale e un sottufficiale, che hanno partecipato alle indagini. Sono entrambi testimoni della Procura. L’udienza è stata poi rinviata al 3 giugno. L’accusa di concorso in stupro di gruppo riguarda tutti e sette.

I Ris, invece, rinvennero tracce del dna dei due che avrebbero abusato della vittima. Uno dei due, maggiorenne, è stato condannato a 12 anni 8 mesi con rito abbreviato, in primo grado; l’altro a 7 anni e 4 mesi. Anche quest’ultima sentenza è solo di primo grado.

Le sentenze già emesse in primo grado

Il Tribunale minorile ha già emesso la sentenza anche a carico di un altro ragazzino, minorenne all’epoca dei fatti, ritenuto anch’egli un componente del branco. Quest’ultimo è stato condannato in primo grado a 4 anni 8 mesi.

L’inchiesta – che si chiuse con 5 richieste di rinvio a giudizio per gli adulti – è stata coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dalla sostituta procuratrice Anna Trinchillo. Determinanti, si ricorda, sono state le coraggiose dichiarazioni della 13enne e del suo fidanzato, che hanno denunciato la violenza e poi riconosciuto gli aggressori.

La ragazza, tramite i familiari, è assistita dall’avvocato Cecilia Puglisi, l’allora fidanzatino dall’avvocato Eleonora Baratta. Il collegio di difesa è composto anche dagli avvocati Alfonso Abate, Salvatore Gangi, Salvatore Cipriani, Emiliano Cinquerrui e Marisa Ventura.


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