Suicidi in carcere, una piaga che scuote anche il Papa - Live Sicilia

Suicidi in carcere, una piaga che scuote anche il Papa

Troppi episodi nei giro di pochi giorni in Sicilia: Caltagirone, Siracusa e al Pagliarelli di Palermo.

“Anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime”. Evidentemente Papa Francesco conosce perfettamente quanto sta accadendo nelle carceri italiane, con il numero dei suicidi che ha già superato quello dello scorso anno. Bergoglio ha rivolto questo pensiero a quanti vivono la realtà degli istituiti di pena e lo ha fatto domenica scorsa mentre era a L’Aquila per commemorare le 309 vittime del terremoto del 2009 e per alleviare le sofferenza di quanti (erano 65 mila) furono costretti a sfollare.  

“Voglio salutare e ringraziare la delegazione del mondo carcerario abruzzese, qui presente”, sono queste le parole del Pontefice. “Oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale. Grazie! A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi e le vostre famiglie”. La scorsa settimana è stata di quelle che si possono definire nere. Con un detenuto che si è tolto la via a Siracusa e un’altro, appena pochi giorni prima, che lo ha fatto nel carcere di Caltagirone.

Quest’ultimo si chiamava Simone Melardi. “Un tossicodipendente di 44 anni si è impiccato nella sua cella dov’era recluso per il furto di 180 euro, di un telefonino e di un portafogli sottratti al botteghino del teatro Massimo Bellini di Catania e subito restituiti ai legittimi proprietari”. Ecco la storia. Così Sebastiano Ardita, membro del Csm, ha voluto sintetizzare il caso sollevando più di una riflessione circa la cura carceraria di quanti sono tossicodipendenti o malati psichiatrici. 

Appena lunedì, è arrivata la notizia che al Pagliarelli di Palermo un uomo di ventinove anni ha tentato d’impiccarsi. Non è deceduto, ma è stato necessario il ricovero immediato in ospedale. Sul caso è intervenuta la senatrice ex grillina, oggi Impegno Civico, Cinzia Leone.

“Purtroppo – ha detto – se non si fa nulla per modificare lo stato di cose esistenti, per cambiare la rotta, questi casi non diminuiranno. Negli istituti di pena si vive malissimo, spesso ai detenuti non viene riconosciuto alcun diritto. Come se non fosse passato così tanto tempo da quando la detenzione carceraria aveva una funzione esclusivamente punitiva. In molti casi la figura del garante del detenuto, che ha una funzione importantissima, non svolge al meglio il proprio lavoro”.

E ancora: ”Stando al numero di suicidi, tentati suicidi e violenze, ma anche alle condizioni di vita carceraria che poi portano a certe reazioni, siamo di fronte – ha aggiunto Leone – a una emergenza a cui gli organi competenti devono trovare soluzioni tempestive ed adeguate. La salute della popolazione carceraria, che è costituita da persone detenute, polizia penitenziaria e operatori sanitari, tutti ugualmente esposti va assolutamente tutelata”.

Nonostante la candidatura al Parlamento per i Verdi-Sinistra di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano (morto nel 2009), il tema delle condizioni carcerarie sta soltanto sfiorando la campagna elettorale. Nel frattempo, il bollettino degli episodi di disperazione all’interno degli istituti di pena cresce quotidianamente.

Il 28 agosto scorso, nel carcere di Airola (Benevento), un minore ha dato fuoco al materasso. Un episodio che ci dice anche un altro aspetto in larga parte sottovalutato: il non sufficiente numero di agenti sul campo: non abbastanza per sostenere e controllare quanti sono reclusi. 

Intanto, Rita Bernardini, volto simbolo di Nessuno tocchi Caino, è al sedicesimo giorno di sciopero della fame.

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