Sull'Etna arriva Branduardi: la Sicilia, Battiato e un messaggio forte

Sull’Etna c’è Branduardi: Sicilia, Battiato e un messaggio forte

L'esibizione a Zafferana per un artista che non conosce il passare del tempo.

ZAFFERANA ETNEA. “La musica è sia spirito che carne. Ed i musicisti sono metà lupi e metà agnelli: e quindi aspettatevi sempre tutto da Branduardi”.
C’è l’Etna accanto ma anche il mare che si scorge in lontananza mentre il Maestro Angelo Branduardi parla con noi nell’intervista rilasciata a LiveSicilia. Magie dell’altura. E di una Zafferana che accoglie una delle voci più credibili del panorama musicale italiano.
Di anni ne saranno pure passati alcuni rispetto agli inizi di una carriera che lo ha visto quasi sempre e forse involontariamente controcorrente (o, meglio, fuori dagli schemi): ma la sua verve è rimasta intatta.

Questa sera il suo “Camminando camminando in duo” approda, per l’appunto, a Zafferana all’interno di un cartellone d’autore e sempre di livello come “Etna in scena”. L’indomani sarà il turno di Enna ma “più avanti ci sarà anche una terza esibizione a Catania, con tutto il gruppo”, evidenzia il cantautore milanese ma trasferitosi prestissimo in quel di Genova.

Nelle canzoni di Angelo Branduardi si sono sempre alternate malinconia ed allegria; attualità e storicità; tradizione e narrazione. E quando sembra di avere già sentito tutto, ecco gli album che ti spiazzano: come si può, tanto per fare un esempio, far finta di non ricordare l’incredibile “L’infinitamente piccolo”, che come lo definisce il Maestro era “il disco che nessuno voleva fare e che si è rivelato un successo mondiale con oltre trecento date per il pianeta”?

Il rapporto con Franco Battiato

Quella di questa sera è un’esibizione dalla suggestione particolare anche perchè avviene in un territorio quasi familiare: vicino quella che fu culla e casa di Franco Battiato: “Ho conosciuto Franco nel 1973, pensa un pò. E’ stato al Festival rock di Villa Pamphili. Abbiamo sempre avuto un grande rapporto: ogniqualvolta venivo in Sicilia lui c’era e veniva a trovarmi e tutto è diventato più bello quando abbiamo collaborato assieme nel brano “Il sultano di Babilonia e la prostituta”.
Franco insieme a me, se mi è permesso dirlo, era l’unico che si occupava anche di spiritualità della musica. Ed in questo senso c’è sempre stata una grande affinità”.

Branduardi e la Sicilia

E la Sicilia, è un luogo che è ritornato più volte nella carriera artistica di Branduardi: “E’ una terra che conosco bene. Nell’ultimo periodo ci sarò pure stato poco ma solo perchè sono stato in giro per il nord Europa e, poi, per via della pandemia: ma è un’isola che esprime caratteristiche diverse da chi sta nella terraferma. In tanti sanno che mi esibisco qui stasera per quello che, se vogliamo, è un concerto anche un pò strano perchè è un concerto in “duo” ma molto godibile: domani mattina vedremo. Ma mi aspetto un bel feedback!”.

Biografia e “sole oscuro”: un messaggio forte

Nell’ultimo periodo, nella vita del menestrello Branduardi non c’è stata solo la musica ma anche la stesura di un libro, un’autobiografia – Biografia di un malandrino – che racconta molto della sua filosofia di vivere del modo di intendere il successo: “Io all’inizio non avevo alcuna intenzione di farlo il libro. Sono stato convinto da Fabio Zuffanti ed Elisabetta Sgarbi perchè, secondo loro, avevo avuto una vita interessante. Io ho cercato di ridurre al minimo la parte che descrive la musica perchè come dice Dante Alighieri “la musica è rapimento e non ha bisogno di spiegazioni” ed invece ho raccontato la mia vita povera ma felicissima nel quartiere del porto di Genova. Ho raccontato dei miei incontri incredibili: cito solo quello con Ennio Morricone”. 

E tra le pieghe della sua biografia c’è anche un capitolo che segna un solco. E’ quello dedicato al “sole oscuro”, tradotto: alla depressione con la quale si è trovato a combattere. Ed il messaggio che ne viene fuori è di quelli prorompenti: “Anche qui, io non volevo né scriverne e né parlarne. Ma, ed anche qui, sono stato convinto dagli altri perchè sarebbe stato utile agli altri e, allora, ho scritto della depressione perchè è una malattia molto, molto grave. Ed anch’io ci sono passato. Ed è possibile uscirne solo con i bravi medici: non c’è fede o forza di volontà che tenga.
E questo è l’invito che io faccio a chi ne soffre: recatevi da un medico bravo”.


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