ETNA – La stazione osservativa di Serra la Nave diventa parte integrante della futura rete di rivelatori del “Cherenkov Telescope Array” (CTA), il progetto che coinvolge paesi e ricercatori di tutto il mondo nella realizzazione di due grandi osservatori astronomici in grado di studiare l’universo mediante raggi gamma ad altissima energia. Ad ufficializzare il tutto è stata l’inaugurazione, all’interno del centro gestito dall’osservatorio astrofisico etneo dell’INAF, del prototipo dei telescopi di piccola taglia attraverso i quali si potranno indagare i fenomeni più violenti che hanno come palcoscenico d’eccezione lo spazio.
“L’Etna – spiega a Live Sicilia Catania Giovanni Pareschi, principal investigator del progetto ASTRI – si presta particolarmente ad osservazioni del genere in quanto il sito si colloca ad un’altezza ideale per effettuare analisi e ricerche. L’iniziativa, partita nel 2011, fa capo ad ASTRI (Astrofisica con Specchi a Tecnologia Replicante Italiana), il “Progetto Bandiera” finanziato dal MIUR e condotto dall’INAF. Il sito sud di CTA, dove saranno collocati i telescopi SST, verrà definito nei prossimi mesi. Tra quelli preliminarmente studiati si pensa, comunque, al Cile e alla Namibia”.
Una rete ad ampio raggio, insomma, che coinvolge in prima persona e dal punto di vista scientifico-tecnologico l’Italia e in particolar modo la Sicilia. “Sono una quarantina – dichiara il direttore dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera – le risorse umane siciliane provenienti dagli istituti scientifici che prendono parte allo sviluppo dell’attività. L’Inaf di Catania e l’Iasf di Palermo – continua Pareschi – rappresentano due fiori all’occhiello nel campo dell’astrofisica che insieme stanno portando avanti la realizzazione di una camera basata su sensori chiamati ‘fototubi’ al silicio ad altissima tecnologia. Inoltre, recentemente, è stato firmato un accordo tra il Parco dell’Etna e l’Inaf che permetterà, grazie al telescopio, di osservare i raggi cosmici e fare ricerche per poter effettuare tomografie del vulcano e prevedere in anticipo le eruzioni”.