"Paese Albergo e agriturismo"| Gli interessi del boss Sutera - Live Sicilia

“Paese Albergo e agriturismo”| Gli interessi del boss Sutera

L'arresto di Leo Sutera

Il capomafia di Agrigento avrebbe anche condizionato l'operato dei tecnici comunali.

PALERMO – I lavori per un  complesso turistico di villette e la ristrutturazione di un agriturismo sarebbero diventate il terreno di caccia di Leo Sutera, arrestato ieri con l’accusa di essere il capomafia di Agrigento.

Nel 2016  la Coretur Viaggi di Palermo avviò i lavori per il “Paese Albergo” nel quartiere Saraceno di Sambuca di Sicilia. Obiettivo: creare un villaggio con 40 alloggi. Sutera si sarebbe attivato per obbligare il responsabile del cantiere (la società palermitana risulta estranea alla vicenda) ad affidare alle imprese di Giuseppe Tabone e Giuseppe Mulè, considerati vicini a Sutera, le opere di sbancamento e il conferimento in discarica del materiale di risulta. Grazie all’appoggio di Sutera fu scalzata un’impresa di Milano a cui sono erano inizialmente affidati i lavori.

In corso d’opera fu chiamata un’altra ditta. Le parole di Sutera intercettate erano chiarissime: “Non deve fare niente”. Il direttore del cantiere non ebbe difficoltà a recepire l’input di Sutera, mediato dallo steso Tabone. Il titolare dell’impresa di troppo “si rompe il collo il bastardo”. Problema concorrenza risolto. Sutera avrebbe anche fatto assumere alcune persone da lui segnalate nel cantiere.

Mulè ha lavorato anche nella ristrutturazione di un immobile per trasformarlo in agriturismo in contrada Gulfa a Santa Margherita Belice. Il proprietario aveva ricevuto un finanziamento comunale di 400 mila euro nell’ambito dei finanziamenti per il terremoto del ’68. Solo che nel 2016 i tecnici comunali scoprirono un abuso edilizio, bloccarono i lavori e congelarono circa 70 mila euro di fondi. L’imprenditore cercò di agganciare i tecnici tramite un professionista. Fallito il primo tentativo si sarebbe rivolto a Sutera per mettere le cose a posto.

Il boss e l’imprenditore si incontrarono davanti alla “Casina”. Sutera chiese se per sbloccare la situazione fosse “una questione di soldi… o tecnicamente bisogna chiudere questa… fatemi capire… se si tratta di soldi è un discorso… per pagare i lavori… ti mettono il bastone tra le ruote”.

Sutera è intervenuto per risolvere la questione? Gli investigatori dello Sco e delle squadre mobili di Palermo e Agrigento si sono concentrano su un episodio del 2016. Uno dei due tecnici comunali transitò con la macchina davanti a un negozio di fiori. La titolare, una donna vicina al boss, uscì dalla bottega e le fu consegnato un biglietto. “È stato confermato – si legge nel provvedimento di fermo – l’intervento del Sutera nei confronti dei tecnici comunali, a conferma della capacità di infiltrazione anche nella pubblica amministrazione, con esito immediato ed ancora una volta conforme alle sue aspettative, in ambiti che non attengono alle sue competenze né ai suoi personali interessi”.


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