Le difficoltà del ministro dell'Interno e del suo partito si riflettono nel rapporto col premier. Nel 2013 più di tremila amministratori del Pdl lo seguirono nella nuova avventura politica: un patrimonio dissipato in meno di tre anni. E i sondaggi non sono benevoli.

L'assessorato, i gabinetti, i posti in commissione: il partito di Alfano prende tutto. Ma sempre, ufficialmente, restando fuori dalla maggioranza. Dalle convention di partito arrivano pure le bordate a Crocetta. Ma la sera si va tutti a cena con gli assessori.

Due mafiosi intercettati: "Chi l'ha portato qua con i voti degli amici? E' andato a finire là con Berlusconi e ora si sono dimenticati tutti".

Il nuovo governo sembra non piacere a nessuno. Ma al di là delle dichiarazioni, c'è poco altro. I leader politici, direttamente o indirettamente, sono tutti attorno alla tavola imbandita della giunta. Dalle pressioni per l'ingresso dei verdiniani alle spine legate ai nomi di Fiumefreddo e Li Calzi, ecco i retroscena del gigantesco flop del rimpasto.

Da giorni la Sicilia non ha una giunta a causa delle tensioni tra i partiti e tra questi e il presidente. E l'esecutivo che verrà sarà composto da soggetti e forze politiche allo sbando, che non smettono di lanciarsi accuse e avvertimenti.

Gli alfaniani dell'Ars aprono all'ingresso nella giunta di Crocetta. I deputati nazionali insorgono. Qualche esponente siciliano smentisce. L'immagine di una forza politica ormai a pezzi, dove ognuno va per conto suo.

Nuova giornata di “consultazioni”. Gli alfaniani dell'Ars smentiscono il loro leader: "Vogliamo essere protagonisti". Crocetta e Raciti li incontrano, insieme agli esponenti Udc. Poi è il turno di Totò Cardinale che chiede due assessori per Sicilia Futura. Ma c'è attesa per la convocazione del governatore al Ministero dell'Economia. Se lunedì Renzi non assicurerà le risorse per chiudere il bilancio, addio rimpasto.

Il ministro dell'Interno: "Il Parlamento ha dato l'ok alla rivalutazione del progetto, si dia il via ai lavori". Ma il presidente del Pd (nella foto) la pensa diversamente.

"Se alcuni provvedimenti di riforme strutturali ci convinceranno, li voteremo; se non ci convinceranno, non li voteremo perché non facciamo parte della maggioranza".

Perché il governatore ha deciso di abbracciare il partito che ai suoi occhi era quello di "Mafia Capitale"? E perché Ncd ha deciso di sostenere l'azione di un presidente che considerava incapace di governare? La risposta forse va cercata lontano dalla Sicilia.

A conclusione di un vertice durato quattro ore, gli alleati del governatore e i rappresentanti del partito di Alfano firmano un "patto politico per le riforme". Escluso, ma solo per il momento, l'ingresso in giunta di uomini Ncd che intanto all'Ars fanno un passo avanti verso la costituzione di Area popolare.

Domani primo incontro in veste di "alleati" tra i democratici, i centristi di D'Alia e gli alfaniani. Nasce l'asse su cui i partiti costruiranno la prossima campagna elettorale per le regionali. Intanto Pdr e Sicilia democratica annunciano l'assemblea costitutiva del nuovo soggetto politico: "Sicilia futura". Al battesimo saranno presenti anche Guerini e Faraone.

Ritratti da Palazzo. Seconda puntata – Da Il Foglio di oggi. Altro che rilancio del centrodestra, Angelino Alfano si è accasato con Renzi e viaggia felice sotto le bandiere del centrosinistra. E i suoi? Affondino pure, lui si è già salvato.

Il corsivo. C'erano una volta i centristi. E adesso...

Riunione a Roma con Alfano. Appello alle forze di maggioranza per staccare la spina al governo.