"Un nuovo scandalo che rischia di essere pagato dai lavoratori", dice il governatore sul caso Anfe.

A capo dell'ente storico e della potente Forma Sicilia. Ritratto di un colosso da 20 milioni l'anno.

Si tratta di 41 milioni che dovranno servire per corrispondere gli stipendi arretrati, risalenti al 2013, a circa 100 lavoratori licenziati nel 2014.

Udienza preliminare, pugno duro della Procura di Catania. Solo una richiesta di proscioglimento: Giuseppe Arcifa.

“L’implosione del sistema della Formazione professionale in Sicilia – afferma la segretaria Antonella Distefano – è stata gestita dalla regione con provvedimenti improvvisati e spesso contraddittori ”.

I lavoratori Anfe continuano a denunciare la grave situazione economica e morale che da troppo tempo subiscono. "Siamo delusi - affermano - da chi doveva risanare le anomalie che hanno messo a rischio il nostro posto di lavoro".

Lo scorso agosto, la proposta di acquisto del consorzio è giunta 25 minuti dopo la scadenza del termine. Ma la cordata siculo-romana è rientrata in corsa e nelle scorse ore ha formalizzato l'acquisto dell'ente. Mentre i lavoratori esclusi si preparano a protestare a Roma e di fronte alla Commissione europea.

Oggi e domani hanno organizzato un presidio di fronte la sede dell'ente e hanno intenzione di proseguire nell'azione di protesta nel caso in cui non ricevessero risposte.

L'assessorato alla Formazione ha sbloccato un primo acconto del Piano che dovrà finanziare i corsi. All'Anfe la metà di questa "torta": oltre tre milioni di euro. ALL'INTERNO L'ELENCO COMPLETO.

Sono 164 i posti di lavoro destinati a sfumare.

Il progetto Spartacus, nel quale i lavoratori sono impegnati è in scadenza, e in conseguenza l'Anfe ha già comunicato i licenziamenti e altri enti li hanno annunciati.

I dipendenti dell'ente regionale di Enna hanno sospeso lo sciopero della fame, durato cinque giorni, dopo che è stato sbloccata una parte delle retribuzioni pregresse. "I lavoratori hanno ottenuto il rispetto di quella legalità tanto sbandierata dal governatore Crocetta ma mai attuata".

"Chiediamo - dicono i dipendenti - al governo Crocetta, come è già stato fatto in passato, di posticipare la chiusura della Cassa regionale in modo da consentire il pagamento degli stipendi".

La protesta: "Nonostante gli annunci della Regione, che aveva promesso, a metà novembre, che avrebbe attivato la macchina organizzativa per pagare gli stipendi arretrati, ancora e a pochi giorni dalla chiusura della cassa regionale nulla è stato fatto".

Arrivano rassicurazioni sulla liquidazione di due delle venti mensilità arretrate.