PALERMO – “Quando qualche anno fa, insieme a Nelli Scilabra, avevo individuato il marciume che sta dentro la formazione professionale, siamo stati attaccati da tanti, e tali attacchi sono stati particolarmente veementi nei confronti di una giovane che ha avuto, insieme a me, il coraggio di indignarsi, di non accettare un sistema”. Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta a proposito della frode da 53 milioni di euro scoperta dalla guardia di finanza e che coinvolge l’ente di formazione professionale Anfe. “Quando nei mesi scorsi con l’assessore alla Formazione, Bruno Marziano, abbiamo posto il problema dell’obbligo degli enti ad assumere il personale esistente – aggiunge – ci sono stati e anche adesso ci sono, i ricorsi degli enti che hanno bloccato l’avvio dei corsi e l’impiego dei lavoratori, i contrasti della vecchia politica e anche, purtroppo, di quella che pretenderebbe di essere nuova che invece di difendere lavoratori ha difeso gli enti. Ora un nuovo scandalo che rischia di essere pagato ancora dai lavoratori che – continua il presidente – invito a una maggiore consapevolezza e coesione con un governo che vuole garantire i loro posti di lavoro, ma non vuole lo scempio di denaro pubblico che verrebbe sottratto ai cittadini. Quando diciamo che i lavoratori della formazione inseriti nell’albo devono essere assunti prioritariamente, ci sono delle ragioni”.
Per Crocetta “alcuni enti vogliono continuare la politica clientelare che piace molto alla vecchia politica, ma, sapendo che poi bisogna assicurare l’impiego ai lavoratori inseriti nell’albo, è necessario incrementare le risorse”. “In pratica l’obiettivo è di assumere nuovi dipendenti con i corsi finanziati e chiedere ulteriori risorse per assumere i lavoratori iscritti all’albo – sostiene Crocetta – Non permetteremo questa politica. Il settore è stato per anni una prateria indisturbata di interessi illegali, e lo dimostrano le inchieste, numerose, che hanno già coinvolto altri enti come il Ciapi, lo Ial e tanti altri”. “Spesso dietro alcuni enti c’erano politici, parenti, loro congiunti o amici politici. Quel tipo di formazione ha compromesso il futuro dei giovani siciliani – prosegue il governatore – tant’è vero che appena siamo intervenuti e abbiamo indirizzato alcune di quelle risorse su ‘Garanzia’ e ‘Piano giovani’, decine di migliaia di giovani sono stati assunti. Chi ha distrutto la formazione in Sicilia è la vecchia politica, che non ha garantito un livello adeguato di istruzione ai ragazzi e alle ragazze di Sicilia, che gli permettesse poi di trovare un lavoro”. “Adesso la formazione deve ripartire, assicurando un futuro ai lavoratori del settore, ma anche ai giovani che devono qualificarsi nel lavoro – conclude – Ho già convocato un incontro con l’assessore e il direttore della formazione per decidere il da farsi tenendo presente che vogliamo salvaguardare i lavoratori e non gli interessi degli enti”. (ANSA).