Auto incendiata. La solidarietà del segretario regionale del partito, Fausto Raciti.

Il rogo, provocato con del liquido infiammabile, è stato spento dall'intervento dei vigili del fuoco che hanno evitato che le fiamme si propagassero nel locale. Indagano i carabinieri.

Giuseppe Arena è stato arrestato, insieme a complici già finiti in carcere, per aver dato fuoco alla villa di un testimone di un processo di mafia.

Il libro è stato trovato da due giardinieri nei pressi di "Casa Natura". Avvertita la Digos che adesso sta indagando sull'episodio.

La busta con un proiettile a salve ed un biglietto di accuse nei confronti del sindaco Felice Raneri, è arrivata al Comune di Comitini.

Gianluca Maria Calì, titolare della concessionaria incendiata dal clan di Bagheria, dopo la denuncia e l'arresto dei suoi estorsori ha continuato a ricevere minacce. Così ha acquistato una delle blindate messe in vendita dal governo Renzi.

La vittima è Giuseppe Provenzano, 49 anni, in servizio alla Facoltà di Agraria dell'Università degli studi di Palermo. Qualche giorno fa, avrebbe denunciato il furto di attrezzi agricoli da un magazzino di sua proprietà, nelle campagne di Partinico.

Nel mirino l'ex stabilimento Coca Cola, a Partanna Mondello: la cosca non voleva lasciarsi scappare la possibilità di rimpinguare le proprie casse con una nuova eventuale estorsione. E il rifiuto del titolare della ditta che si occupa dei lavori, non era stato "gradito".

Estorsioni e intimidazioni a tutto spiano tra Bagheria, Santa Flavia, Casteldaccia, Villabate e Porticello. E' quello che è emerso durante le indagini che hanno portato a 31 arresti, a cui hanno contribuito le denunce di venti imprenditori che hanno deciso di non piegarsi agli esattori del pizzo.

Dopo gli arresti di Marco Tuzzolino e Dario Anzalone della Euroservices srl, parla l'ex direttore generale del Policlinico che fece partire l'inchiesta sulle inadempienze della ditta di pulizie calabrese a cui fu sospeso il contratto.

L'allora dg, Mario La Rocca, denunciò Tuzzolino, uno dei due arrestati di oggi. Che ai nostri microfoni difese il suo operato e quello dell'azienda "cacciata " dall'ospedale per non aver garantito la pulizia dei locali.

Secondo quanto affermano i dirigenti del Comune non è la prima volta che al cimitero si verificano questi atti di sabotaggio per ritardare le operazioni di sepoltura. Proprio in questi giorni il dirigente dei servizi cimiteriali aveva sollecitato il lavoro degli escavatori nei campi di inumazione.

Qualcuno ha cosparso di benzina il chiosco in legno di 25 metri quadri, che doveva essere adibito a bar, e una pedana di 100 metri quadri, prima di appiccare il fuoco. Sono intervenuti i pompieri e la Guardia di finanza che ha avviato le indagini.