Le nuove analisi smentiscono i primi accertamenti. Per il panettiere sotto processo con l'accusa di avere travolto e ucciso Tania Valguarnera cade l'aggravante che, in caso di condanna, avrebbe reso più pesante la pena.

Un palermitano di 39 anni è stato picchiato da quattro rumeni a calci e bastonate davanti al locale ed è stato trasportato all'ospedale di Villa Sofia. Intervenute diverse pattuglie della polizia per soccorrere l'uomo.

I parenti di Tania Valguarnera piangono la morte di una giovane donna, quelli di Pietro Sclafani (nella foto), l'uomo che l'ha investita e uccisa, soffrono al Palazzo di Giustizia di Palermo.

Sono dure le parole con cui il giudice di Palermo ha deciso che deve restare in carcere l'uomo che ha investito e ucciso Tania Valguarnera. "Era al volante sotto l'effetto di più droghe e parlava al telefono".

I carabinieri avrebbero trovato tracce di sangue dentro un magazzino a due passi dal Palazzo di Giustizia. Potrebbe esserci un collegamento fra le dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Danilo Gravagna, l'intervento dei carabinieri e l'omicidio del trentaquattrenne nato e cresciuto nel rione Borgo Vecchio.

Al momento non c'è la prova che Stefano Biondo fosse in compagnia dell'assassino di Franco Mazzè (nella foto), crivellato di colpi allo Zen. Fabio Chianchiano, reo confesso del delitto, lo aveva scagionato.

Davanti alla Corte di Cassazione cadono tutte le aggravanti contestate al palermitano Umberto Zora.

Fabio Chianchiano all'inizio ha provato a difendersi dall'accusa di avere ammazzato Franco Mazzè per le strade dello Zen. Poi, incalzato da pm e poliziotti, ha ricostruito la mattinata di follia alla periferia di Palermo.

Accorato appello dei genitori di Giuseppe Modica, il ragazzo di 18 anni morto a fine marzo per le strade del rione Cep. Intanto il pubblico ministero acquisisce le immagini delle telecamere di alcune telecamere.

Le indagini proseguono serrate. È caccia ad un altro complice di Fabio Chianchiano che ha fatto fuoco contro il rivale. Mistero sull'utilizzo di un'altra arma oltre a quella ritrovata dai poliziotti.

I destini di un uomo e una donna si sono incrociati 25 anni dopo il fatto di sangue che coinvolse i rispettivi genitori in piena guerra di mafia. Lui è il rampollo di una potente famiglia mafiosa della provincia di Palermo.

Cade la prova chiave. Scagionato un cliente di Anna Maria Renna, assassinata in via Maggiore Toselli, e affetto da schizofrenia. Era sua la scarpa con la suola sporca di una sostanza che sembrava ma non era sangue. Il Dna del killer trovato nel lavandino.