Lo strazio e il dolore, dopo il riconoscimento dei corpi recuperati oggi dalla Capitaneria di porto di Palermo, viene descritto dalle parole di chi conosceva i due giovani, la cui battuta di pesca insieme all'amico Davide Arena si è conclusa in tragedia.

Rivelazione shock delle telecamere di sorveglianza: Paolo Nocella, il 74enne travolto dal treno non si è suicidato ma è inciampato sulla passarella della stazione.

Un veicolo filo-guidato entra a far parte della grande macchina dei soccorsi in azione ormai dal 24 marzo. Si tratta di un robot che è stato collocato a bordo di uno dei mezzi dei vigili del fuoco: permetterà le perlustrazioni anche in condizioni meteorologiche avverse.

La nuova attrezzatura utilizzata da oggi è composta da una parte in superficie e da una subacquea: saranno scandagliati i fondali per individuare elementi riconducibili ai due ragazzi, Massimiliano Perricone e Salvatore Zarcone.

In azione lo "Scan Sonar Beam" che permette di individuare relitti in fondo al mare, rilievi orografici e oggetti dal volume consistente. L'attrezzatura sarà collocata a bordo di una motovedetta dei vigili del fuoco.

Il mare mosso, il vento e le minacce della pioggia rendono più difficoltose le perlustrazioni delle motovedette e degli elicotteri, ma le ricerche di Perricone e Zarcone sono senza sosta. In azione anche un aereo della base di Pescara.

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati esprime, in una nota, il proprio "sincero cordoglio per l'ennesima tragedia nel Canale di Sicilia. I due ragazzi viaggiavano insieme ad altre 108 persone su di un gommone partito dalla Libia quando si sono trovati in difficoltà a causa delle condizioni meteo".

Otto i mezzi al lavoro nella giornata di oggi. A contribuire alle ricerche, gli elicotteri della guardia di finanza, dei vigili del fuoco e della guardia costiera. A questi, si è aggiunto un velivolo ad ala fissa proveniente da Pescara.

"Potremo rimanere qui ancora per un po' - dice la famiglia Bellitteri - ma ciò non ci aiuta ad essere ottimisti sul nostro futuro. L'unica soluzione sarebbe quella di affittare una casa, ma non possiamo". Tre i nuclei familiari che si trovano attualmente all'hotel Archirafi.

Ore contate per coloro che vivono negli alloggi messi a disposizione dal Comune dopo i tragico crollo di tre mesi fa. Dodici persone vivono nel frattempo in un asilo abbandonato di via Rallo, nei pressi di via Don Orione.

Le immagini della protesta di Greenpeace a Fukushima.