Nancy Pelosi atterra a Taiwan e parla di sostegno degli Usa alla politica e all’economia dell’isola. La Cina si infuria e parla di “provocazione”. Come reazione prendono il via operazioni militari cinesi attorno a Taiwan per le quali il Giappone dice di essere “molto preoccupato” e si blocca l’export verso Taipei di sabbia naturale indispensabile per la fabbricazione di microchip di cui Taiwan è tra i leader mondiali.
Al fianco della Cina si schierano la Russia e la Corea del Nord che sottolineano con gli Usa “portino tensioni e guerra” in tutto il mondo. Per Taiwan, le manovre militari della Cina violano le regole Onu.
I cinesi sanno solo fare la voce grossa ed apparire per quello che non sono. Tutto fumo e niente arrosto…….
L’arroganza del potere è particolarmente inquietante e spregevole quando un leader del governo rischia un numero enorme di vite per fare una mossa provocatoria sulla scacchiera geopolitica mondiale. Il piano di Nancy Pelosi di visitare Taiwan rientra in quella categoria. Grazie a lei, le possibilità di uno scontro militare tra Cina e Stati Uniti sono aumentate.
Da tempo si versa benzina sul fuoco a Taiwan, le tensioni tra Pechino e Washington sono ora vicine all’incendio, a causa del desiderio di Pelosi di essere il primo presidente della Camera a visitare Taiwan in 25 anni. Nonostante gli allarmi scatenati dai suoi piani di viaggio, il presidente Biden ha risposto timidamente, anche se gran parte dell’establishment vorrebbe vedere cancellato il viaggio.