Tanti aspiranti per 8 posti in lista| Pd, con Giambrone nuove tensioni - Live Sicilia

Tanti aspiranti per 8 posti in lista| Pd, con Giambrone nuove tensioni

Uscenti, big e new entry puntano alla posizione di capolista nel proporzionale. Ma non potranno essere accontentati tutti. I nomi.

Verso le politiche
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PALERMO – E adesso c’è anche Fabio Giambrone. Si fa sempre più stretta la strada che porta in parlamento, per uscenti, aspiranti e rampanti del Pd. Una corsa ad ostacoli che sta infiammando il partito, in tutti i sensi. Due giorni fa, dopo l’incontro con i segretari provinciali, il segretario regionale Fausto Raciti è volato a Roma. Ma finora non c’è stato modo di rappresentare a Matteo Renzi le istanze di quei militanti. Il leader nazionale del Pd, infatti, non ha ancora convocato i segretari Dem delle varie Regioni, compreso Raciti, appunto.

Tutto insomma concorre a rafforzare l’ipotesi che sulle liste decideranno in pochi, pochissimi, nelle stanze romane. Inutili gli appelli che arrivano da Caltanissetta e da Agrigento, passando per Messina. Ma la corsa ai seggi, adesso, rischia davvero di far esplodere un partito con tanti pretendenti allo scranno e pochi – troppo pochi – posti sicuri.

L’uninominale: un binario morto

Anche perché, tra i Dem è larghissima la platea di chi pensa che nessuno o quasi dei 28 collegi uninominali sarà conquistato dal Pd, quasi certamente destinato a essere stritolato da un Movimento cinque stelle che ha dimostrato di essere fortissimo in Sicilia e da un centrodestra che – una volta trovate le ragioni per stare unito – punta a vincere un po’ dovunque. Insomma, quello dell’uninominale è un binario morto. E in molti casi, in quel collegio verrà lanciato il capolista della quota proporzionale.

Gli otto collegi del proporzionale

Sono otto le posizioni, quindi, più o meno sicure. Si tratta di quelle che verranno ricoperte dai capilista di Camera e Senato. A quali collegi corrispondono? Si tratta dei due collegi che porteranno a Palazzo Madama, uno per la Sicilia occidentale e un altro per la Sicilia orientale (bisognerà candidare un uomo e una donna), e i sei per la Camera. In questo caso, dovranno essere almeno due le donne e quattro gli uomini.

Quali sono questi collegi? Nella Sicilia occidentale sono il collegio Sicilia 1–01 che unisce i territori dei collegi uninominali di Palermo-Capaci, Palermo centro e Palermo Sud; il collegio Sicilia 1-02 che unisce quelli di Trapani-Marsala , Monreale e Bagheria; il collegio Sicilia 1-03 che unisce quelli di Sciacca, Agrigento e Gela. Nella Sicilia orientale il collegio 2 – 01 è costituito dai collegi uninominali di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto ed Enna; il collegio Sicilia 2 – 02 costituito dai collegi uninominali di Acireale, Catania e Misterbianco; il collegio Sicilia 2 – 03, costituito dai collegi uninominali di Paternò, Ragusa, Avola e Siracusa. Ecco le otto partite.

I posti già “prenotati”

Il problema, però, è che i posti certi, o quantomeno assai probabili (un disimpegno della base Dem potrebbe portare a risultati elettorali sorprendentemente deludenti) sono, come detto, solo quelli di capolista negli otto collegi. Ma alcuni di quei posti sono già prenotati. Uno, certamente, dal sottosegretario Davide Faraone. Un altro dovrebbe andare al segretario regionale Fausto Raciti. Infine, ecco Fabio Giambrone che ha annunciato con Orlando il suo passaggio al Pd e si è detto già “disponibile” a una candidatura. Difficile pensare che queste dichiarazioni non siano il frutto di un accordo sancito con un pezzo del Pd. Quello, appunto, più vicino a Matteo Renzi.

Gli altri aspiranti

Insomma, sono cinque i posti da capolista che restano a disposizione. Chi corre verso quei posti? Una dozzina di persone. A proposito di accordo con Renzi, infatti, tra chi spera c’è Rosario Crocetta. “La parola di un segretario vale”, ha detto pochi giorni fa. Sarà. Fatto sta che a uno dei cinque posti da capolista restanti punta anche il pluriparlamentare Giuseppe Lumia e, per restare nell’area Emiliano, anche il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Insomma, si sta già stretti così. Nel frattempo, però, ecco le tensioni nell’area Orlando: il ministro avrebbe chiesto a Renzi una quarantina di collegi, il segretario nazionale ne avrebbe concessi circa la metà. E così, come raccontava ieri il Corriere della Sera, il rischio “strappo” o disimpegno è molto alto. Tra i capilista, in questo caso, ecco scalpitare Giuseppe Berretta e Concetta Raia.

Insomma, accontentando solo questi, le posizioni sarebbero tutte già occupate. Peccato che al posto da capolista che potrebbe andare a Fabio Giambrone, dopo la clamorosa e puntualissima adesione al Pd di Leoluca Orlando, puntano anche i “giovani turchi” uscenti Franco Ribaudo e Magda Culotta, mentre un posto reclama anche l’agrigentino Tonino Moscatt. Sempre a Palermo, però, a puntare a quel posto è un’altra uscente: Teresa Piccione, deputata vicinissima a Giuseppe Lupo. Nonostante il capogruppo del Pd abbia salutato con favore l’arrivo nel Pd di Orlando, insomma, c’è quest’altro nodo da sciogliere, insieme a quelli, sempre per restare nell’area che fa capo a Lupo, degli altri uscenti come l’agrigentina Maria Iacono.

Quanti capilista servirebbero, insomma, per accontentare il Pd? Anche perché, oltre al sicuro Faraone, si aspettano un posto sicuro anche Valeria Sudano a Catania e Daniela Cardinale, motivo delle proteste di tanti militanti, a Caltanissetta. E ancora, ecco altri nomi forti come quello del rettore di Messina Pietro Navarra e il sindaco di Troina Fabio Venezia. Senza contare le voci che vedrebbero Sicilia Futura lanciare anche, a Messina, Beppe Picciolo. Tutti in fila, ma i posti sono pochi. E con l’arrivo di Leoluca Orlando nel Pd, adesso, stanno tutti un po’ più stretti.


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