Teatro Massimo, ok definitivo alla nomina di Marco Betta

Teatro Massimo, ok definitivo alla nomina di Marco Betta

Il nuovo sovrintendente

PALERMO – Marco Betta è formalmente il sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo. La nomina era di qualche giorno fa, dopo il voto unanime dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro Massimo, per il nuovo incarico a Betta, che prende il posto di Francesco Giambrone che andrà a dirigere il Teatro dell’Opera di Roma; ma oggi è arrivata l’ufficialità con la ratifica del ministro della cultura, Dario Franceschini.

Un cammino artistico che il compositore siciliano intraprenderà “ in un Teatro luogo simbolo, custode e promotore dei valori più profondi dell’identità culturale e artistica del nostro Paese, con il teatro sociale, le sperimentazioni e le osservazioni del sentimento artistico della contemporaneità”. Un nuovo incarico che Betta inaugurerà, giovedì 20 gennaio 2022 alle 19, con “Les Vêpres Siciliennes “ capolavoro di Giuseppe Verdi, riletto e interpretato profondamente da Omer Meir Wellber e da Emma Dante ascoltando la voce del nostro tempo. Un’opera proposta per la prima volta a Palermo nella versione originale francese in cinque atti, realizzata in coproduzione con il teatro San Carlo di Napoli, il teatro comunale di Bologna e il teatro Real di Madrid.

Marco Betta, classe 1964, ha legato il suo nome al Teatro Massimo dalla fatidica riapertura del 1997. Accademico di Santa Cecilia, è titolare della cattedra di Composizione al Conservatorio di Palermo. Dal 2020, è direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo, chiamato da Francesco Giambrone, che gli ha affidato il compito di riprogrammare tutte le attività artistiche nei mesi difficili della prima emergenza Coronavirus. Aveva già ricoperto l’incarico di direttore artistico della Fondazione Teatro Massimo dal 1994 al 2002 (a soli trent’anni),e nel 1997 è stato protagonista della riapertura del Teatro di piazza Verdi,

chiuso e in abbandono da 23 anni. Il compositore siciliano ha avuto un ruolo fondamentale nel complesso percorso artistico e musicale della Fondazione Teatro Massimo insieme, negli ultimi anni, a quelle del direttore musicale Omer Meir Wellber, del direttore del Coro, Ciro Visco, e del direttore del Corpo di Ballo, Davide Bombana.

Chi è Marco Betta

Marco Betta (Enna, luglio 1964) intraprende gli studi di composizione sotto la guida di Eliodoro Sollima e si diploma al Conservatorio di Palermo. In seguito frequenta i corsi di perfezionamento tenuti da Armando Gentilucci e da Salvatore Sciarrino. Come compositore, esordisce nel 1982 al Festival Spazio Musica di Cagliari, e già dalle sue prime opere si delineano melodie e armonie, che uniscono insieme la musica delle antiche culture letterarie del Mediterraneo, con la tradizione classica e contemporanea, il punto di partenza delle successive composizioni. Inizia così una serie di lavori per strumento solo e per ensemble da camera come: In ombra damore ballata per viola (1988), Maiores umbræ per 5 strumenti (1989) Cadentia sidera per pianoforte e orchestra d’archi (1989), Senti leco per orchestra (1989) e Ballata per violino e pianoforte (1990). I suoi brani vengono trasmessi ed eseguiti in molti paesi d’Europa, negli Stati Uniti, Canada, ex Unione Sovietica, Argentina e Brasile. In Italia riceve inviti e commissioni da enti e festival come il Teatro Alla Scala, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Chigiana di Siena, l’Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica della RAI, l’Orchestra Regionale della Toscana. Nel 1993 partecipa con “Lux aeterna” al Requiem per le vittime della mafia su invito di Marco Tutino. Nel 2001 inizia la sua collaborazione con Andrea Camilleri, con il quale realizza un ciclo operistico ispirato a Le inchieste del Commissario

Collura. Appartengono a questo ciclo due opere in un atto, Il mistero del finto cantante e Che fine ha fatto la piccola Irene?Andate in scena nel 2003 all’Accademia Chigiana di Siena. Tra le altre opere Magaria (2001), la favola per voce recitante e orchestra, con Andrea Camilleri, e brani per orchestra, tra cui Concerto per arpa (1993), Lacrime (2004), Città azzurra (2005). Nel 2004 collabora con Placido Domingo che interpreta all’Arena di Verona, in mondovisione, la sua composizione Corone di pietra aria per tenore, coro e orchestra su testo di Daniele Martino. Nel 2005 realizza le musiche di scena per il testo teatrale di Ruggero Cappuccio Paolo Borsellino essendo stato, presentato nei teatri italiani nella stagione 2005/06 e l’opera per musica e film Sette storie per lasciare il mondo di Roberto Andò, rappresentata nel settembre 2006 al Teatro Massimo Bellini di Catania con la partecipazione di Donatella Finocchiaro e i Fratelli Mancuso. Inseguito scrive, Almanacco delle morti presunte su testo di Roberto Alajmo e Natura viva, opera in un atto su testo di Ruggero Cappuccio, andata in scena a Firenze il 15 giugno 2010 per il 73° Maggio Musicale Fiorentino. Compone pezzi lirici e di teatro musicale, oltre a varie colonne sonore per i film di Roberto Andò, Il manoscritto del principe (2000), Viaggio segreto (2006) e Viva la libertà (2013) e per Aldo Moro il presidente (2008) di Gianluca Maria Tavarelli.

La sua musica è pubblicata da Casa Ricordi e da Casa Musicale Sonzogno.

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