Tecnis, il 26 tavolo al Mise| Turrisi (Cisl) chiede chiarezza - Live Sicilia

Tecnis, il 26 tavolo al Mise| Turrisi (Cisl) chiede chiarezza

I sindacati chiederanno ai potenziali acquirenti di non “fare spezzatini” e comprare in blocco tutto il gruppo. Altre operazioni avrebbero danni sociali inimmaginabili.

CATANIA – Vertenza Tecnis, la partita decisiva si giocherà al Mise. La pioggia non ha fermato gli impiegati e i lavoratori dei cantieri della Metropolitana e del San Marco che stamattina hanno tenuto un sit-in in occasione dell’incontro che le sigle sindacali confederali hanno tenuto in Prefettura. “Il 26 febbraio ci sarà un incontro al ministero dello Sviluppo economico per capire quali sono le intenzioni sulle sorti del gruppo. C’è da valutare il nuovo piano di ristrutturazione del debito o il concordato per evitare il fallimento del gruppo e la vendita. Sulla prima soluzione, siamo perplessi perché significherebbe perdere ancora tempo, congelare le risorse aziendali e lasciare i lavoratori senza possibilità di vedere retribuzioni”, commenta Nunzio Turrisi, segretario generale della Filca Cisl etnea.

Le insidie non sono poche. “C’è un ulteriore rischio – argomenta il sindacalista – che in questi giorni in cui le aziende non sono coperte da nessuno scudo, né dalla 182 né dal concordato, saranno le banche a incassare eventuali somme e i lavoratori resteranno sempre fuori. Per questo abbiamo sollecitato il Prefetto perché si possa arrivare al pagamento in surroga da parte delle stazioni appaltanti, in modo da dare ai lavoratori e alle loro famiglie la serenità che da mesi non hanno”.

I sindacati chiederanno ai potenziali acquirenti di non “fare spezzatini” e comprare in blocco tutto il gruppo. Altre operazioni avrebbero danni sociali inimmaginabili. “Nella sola Sicilia, l’indotto di aziende fornitrici della Tecnis è costituto da circa 900 piccole e medie imprese, anch’esse con operai e impiegati, il danno sociale sarebbe incalcolabile e davvero non serve al territorio catanese e isolano un ulteriore impoverimento perché non esiste una realtà simile”. Per Turrisi, “i soci si erano impegnati per 5 milioni di euro, per ora se ne è vista solo una parte, per cui possono ancora corrisponderne. Purtroppo, finora solo le banche sono state soddisfatte dalle somme dei Sal, gli stati di avanzamento lavori, che dovevano servire, nell’ordinario, per pagare lavoratori e fornitori. In tal senso, speravamo in un’azione più incisiva del commissario perché chiedesse al tribunale di liquidare quanto spetta ai lavoratori, ma finora non c’è stata: noi vogliamo ancora credere nelle istituzioni, ma vogliamo vedere anche dei segnali tangibili”.


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