Tentata truffa alla banca Carige| Si cercano complici e altri colpi - Live Sicilia

Tentata truffa alla banca Carige| Si cercano complici e altri colpi

Arrestato mercoleì scorso, Angelo Misseri, 54 anni, avrebbe ammesso la truffa e indicato i nomi di una banda dedita alle truffe nei confronti di banche e finanziarie. A garanzia delle richieste di prestito venivano presentati documenti di anziani ignari di tutto. Nella perquisizione a casa sua sarebbero state trovate altre "pratiche" pronte: documenti falsi, non solo copie di carte d'identità, ma anche Cud e cedolini dell'Inps. Si indaga anche sui canali che hanno fornito le 'pezze d'appoggio'
Palermo, vittime anziani ignari
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Un prestito di denaro può essere molto comodo, ma ad un certo punto bisogna pur restituire la somma. Angelo Misseri, un palermitano di 54 anni con precedenti per riciclaggio, aveva però trovato il modo di incassare soltanto, senza la “seccatura” di doversi poi sdebitare: con documenti falsi avrebbe aperto un conto corrente intestato ad un ignaro pensionato in una filiale della banca Carige di corso Calatafimi a Palermo, e chiesto un prestito di 50 mila euro. Secondo i piani, avrebbe dovuto incassare i soldi e sparire, visto che la banca per riscuotere il credito si sarebbe poi rivolta all’anziano titolare del conto. Un tentativo di truffa in piena regola che però non è andato in porto.

Il pensionato, dopo essersi ritrovato con un contro corrente che non aveva mai aperto, ha sporto denuncia. Quando Misseri si è presentato ieri in banca per ritirare i 50 mila euro ha trovato invece i carabinieri ed è stato arrestato. Ora, su disposizione del gip del tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, si trova ai domiciliari. La vicenda però sembra tutt’altro che chiusa. Al momento del suo arresto, Misseri non solo ha ammesso il fatto, ma ha anche detto agli inquirenti di non aver organizzato il tentativo di truffa da solo. Ha indicato il nome di altri tre persone, sue complici. Una di queste è già stata identificata. Proprio a casa sua, tra l’altro, durante una perquisizione sarebbero state trovate altre “pratiche” pronte: documenti falsi, non solo copie di carte d’identità, ma anche Cud e cedolini dell’Inps da utilizzare molto probabilmente per aprire altri conti correnti e rimettere in atto lo stesso trucco. Resta da verificare come la banda sia riuscita ad ottenere questi documenti e non è ancora chiaro se sia riuscita in passato a mettere a segno altri colpi. Le indagini sono in corso.

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