Terrorismo: Imam Catania| "Sono spesso giovani emarginati" - Live Sicilia

Terrorismo: Imam Catania| “Sono spesso giovani emarginati”

Le parole del presidente delle Comunità islamiche di Sicilia Keith Abdelhafid al "Siracusa Summer Campus".

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SIRACUSA  – “Si sta cercando di dimostrare che è in atto uno scontro di civiltà. Ma I terroristi sono cresciuti tra di noi e siamo tutti corresponsabili di quanto sta accadendo. I terroristi sono spesso giovani emarginati che non trovano spazio nella società, diventando facile preda di chi vuole trascinarli in una spirale di violenza”. Lo ha detto l’Imam di Catania e presidente delle Comunità islamiche di Sicilia Keith Abdelhafid partecipando al “Siracusa Summer Campus”, durante il quale 120 giovani di 17 regioni italiane conducono fino al 12 agosto una serie di attività nei quartieri di periferia e nelle scuole Martoglio e Chindemi. Rispondendo ai giovani che gli hanno chiesto cosa pensasse di Papa Francesco Keith Abdelhafid ha detto: “Il mondo di oggi è fortunato ad avere un Papa così. Spesso nei nostri incontri cito le frasi del Papa.

E’ un uomo che va controcorrente. Le cose più importanti sono le parole giuste che arrivano al cuore della gente. Le parole pronunciate sia dai cristiani che dai musulmani”. “Cambiare la società – ha concluso l’Imam di Catania – è compito nostro e di ciascuno di noi. Da credente, da musulmano, il testo sacro mi indica che devo dialogare. La creazione dell’uomo è nata dal dialogo tra il Creatore e gli Angeli. Non è la prima volta che le religioni vengono strumentalizzate e usate per questi fini ‘sporchi’. E’ compito degli uomini della fede, contrastare e abbattere questi muri che alcuni stanno cercando di costruire dentro la nostra società”. A chi gli ha chiesto se si potrà mai arrivare ad una società senza muri l’Imam ha risposto: “Io sono fiducioso. Lo scontro è la fine, è distruzione. Lo scambio è la vita. E’ il futuro. In Italia la situazione è migliore rispetto ad altri Paesi, ma varia da regione a regione. La Sicilia oggi è un modello: è il luogo in cui si sta consolidando questo percorso di dialogo. La Sicilia, al centro del Mediterraneo, è un ponte tra due culture, un giardino tra due mondi”.

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