Dalla Tunisia a Marsala: 15 arresti | L'ombra del terrorismo in Sicilia - Live Sicilia

Dalla Tunisia a Marsala: 15 arresti | L’ombra del terrorismo in Sicilia

Collegamenti con sospetti jihadisti. I NOMI E LE FOTO. IL VIDEO.

BLITZ DELLA POLIZIA TRIBUTARIA
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2 min di lettura

PALERMO – Dovevano scappare dalla Tunisia dove vivevano braccati. Volevano approdare in Sicilia, a Marsala, e da qui verso il Nord Europa. In Italia, però, bisognava stare molto accorti perché si correva il rischio “di essere respinti per terrorismo”. Così dicevano durante una conversazione intercettata dai finanzieri nel gennaio scorso. È la prima volta che un’inchiesta sul traffico di essere umani si fa riferimento esplicito al terrorismo e alla “sicurezza nazionale” del nostro paese.

I finanzieri della Polizia tributaria di Palermo hanno fermato 15 persone in collaborazione con il Gruppo esplorazione aeromarittima di Messina e del Reparto aeronavale di Palermo. I nomi dei coinvolti sono: Michele Graffeo, Manuguerra Giovanni, Angelo Allegra, Salvatore Allegra, Anis Beltaief, Nabil Ben Ahmed, Fathi Ben Ammar, Helmi Bouzid, Hamadi El Gharib, Chiheb Hamrouni, Mongi Ltaief, Sarra Khaterchi, Simonetta Sodi (di Firenze), Akremi Toumi, Amine Ben Alaya.

> GUARDA LE FOTO DEGLI ARRESTATI

Il fermo, disposto dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, e dai sostituti Calogero Ferrara (che coordina il pool di pm che si occupano di tratta e immigrazione clandestina), Claudia Ferrari e Federica La Chioma è giustificato dall’esigenza di fare in fretta. Di bloccare al più presto la rotta dei clandestini, utilizzata anche per fare giungere in Sicilia sigarette di contrabbando. Alcuni viaggi sono già stati intercettati e alcune persone identificate e arrestate nei mesi scorsi. Ma la banda ha saputo riorganizzarsi e il 9 maggio scorso solo il maltempo ha fermato un nuovo viaggio. Pensavano di utilizzare la Sicilia come terra di passaggio di “soggetti pericolosi” che non sono stati ancora individuati, ma che non sono ancora approdati sulle coste siciliane.   

Nulla a che vedere con le condizioni disumane delle traversate a bordo di carrette del mare cariche di disperati. Qui si tratta di viaggi in prima classe a bordo di veloci gommoni. Una quindicina di persone al massimo sedute su imbarcazioni capaci di collegare la Tunisia alla Sicilia in tre ore e mezza. Fra i fermati, e anche questa è una novità, non ci sono solo nord africani. In carcere finiscono cinque italiani, quattro marsalesi e una donna fiorentina.

Avrebbero organizzato i viaggi e atteso l’arrivo degli immigrati sulle coste siciliane. Gente che poteva pagare tremila euro per salire a bordo, magari grazie a coperture in patria. Da qui l’ipotesi che “il sodalizio criminale costituisca una seria minaccia alla sicurezza nazionale” poiché capace di garantire lo sbarco in Italia anche di soggetti ricercati in Tunisia perché sospettati di connessioni con chi nel paese africano alimenta la follia del terrorismo di matrice jihadista.

> GUARDA IL VIDEO CON LE INTERCETTAZIONI 

E adesso i finanzieri guidati dal comandante provinciale della Guardia di finanza Giancarlo Trotta e da quello della tributaria Francesco Mazzotta stanno cercando la cassaforte dell’associazione.


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