Test di Medicina, si cambia ancora: ma il sistema già scricchiola

Test di Medicina, si cambia ancora: ma il nuovo sistema già scricchiola

Problemi di coesistenza tra vecchio e nuovo sistema

Riparte, con grandi scricchiolii, la macchina dei test di Medicina. La Ministra Bernini ha infatti deciso che le prove per il 2024 si svolgeranno il 28 maggio ed il 30 luglio, ponendo fine all’attesa di decine di migliaia che si prolungava da diverse settimane. Ma per capire meglio la situazione dobbiamo fare un passo indietro.

La proposta Messa bocciata dal Tar a gennaio

Lo scorso 17 gennaio, il Tar del Lazio ha bocciato il meccanismo di accesso agli studi di Medicina e Chirurgia, proposto dalla precedente Ministra Cristina Messa e sperimentato per la prima volta nel 2023. Il sistema era basato sui Tolc (test on line sviluppati dal Consorzio Interuniversitario Cisia): erano previste due finestre temporali all’anno e gli aspiranti medici potevano partecipare al test già a partire dal quarto anno delle scuole superiori. Nei fatti, quindi, disponevano di quattro possibilità per entrare utilmente nelle graduatorie di accesso ai corsi di studio delle diverse Università: in tal modo si era cercato di ovviare ad una delle criticità maggiormente rimproverate al sistema dei test di accesso e cioè la aleatorietà inevitabilmente correlata ad una prova unica.

La nuova proposta della ministra Bernini

Per la verità, la nuova ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, aveva già deciso di modificare il sistema di accesso dopo un solo anno di applicazione, anno costellato di perplessità, errori procedurali, tentativi di frode e di commercio delle risposte, conseguenti ed immancabili ricorsi, fino ad arrivare alla sentenza del Tar Lazio. L’obiettivo dichiarato era quello di creare un sistema più equo, superando la principale criticità concettuale emersa nel sistema utilizzato nel 2023: ciascuna prova conteneva quesiti diversi per ciascun candidato e per rendere omogeneo il livello di complessità era stato introdotto un farraginoso meccanismo di equalizzazione delle prove in funzione del grado di difficoltà, applicando dei coefficienti correttivi al risultato ottenuto: proprio su questo aspetto, di complicatissima gestione, erano fioccati numerosi ricorsi e si è pronunciato negativamente il Tribunale amministrativo.

Test 2024, emergono le prime criticità

Per ovviare alla problematica, il sistema 2024 prevede che il test sia eguale per tutti i candidati. I quesiti saranno 60, estratti da una banca dati di 3500 domande, che sarà resa disponibile 20 giorni prima della prova per consentire ai candidati un sia pur veloce addestramento. Inutile dire che anche per il nuovo sistema sono emerse le prime criticità: intanto, a causa dei ritardi accumulatisi per ripensare la metodologia dopo la sentenza del Tar, la prima prova del 2024 si svolgerà il 28 maggio, a meno di un mese dagli esami di maturità; la seconda prova il 30 luglio, ad esami appena conclusi, rischiando di ridurre drammaticamente l’attenzione e la concentrazione degli aspiranti medici dagli esami di maturità.

Come far coesistere vecchio e nuovo sistema

Ma, ciò che è più grave, emerge un evidente problema di coesistenza del vecchio e del nuovo sistema. Come gestire le prove già sostenute dagli studenti oggi al quinto anno delle superiori, che hanno già partecipato a due test nel corso dell’anno passato ed ottenuto un risultato utile per l’inserimento in graduatoria? Come equalizzare i loro test con quelli che si svolgeranno quest’anno, considerando che il meccanismo di equalizzazione è già stato bocciato dal Tar?  Il Ministero dichiara di stare monitorando la situazione e di voler comunque garantire i ragazzi del 2023, ma la questione sembra veramente complessa: temo che si apra una nuova stagione di ricorsi e di battaglie giudiziarie.

*L’autore è componente dell’Esecutivo siciliano di Italia viva


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