Tetto agli stipendi dei dirigenti |Dopo il flop il Pd ci riprova - Live Sicilia

Tetto agli stipendi dei dirigenti |Dopo il flop il Pd ci riprova

La norma sugli stipendi dei dirigenti di enti e partecipate è saltata ieri dopo che un emendamento dei 5 Stelle aveva ulteriormente abbassato il tetto a 79mila euro. Anselmo (nella foto)  e Panepinto: "Subito un ddl". Critiche dall'opposizione.

Finanziaria
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PALERMO – “Riproporremo come disegno di legge la norma che prevede il tetto agli stipendi dei dirigenti degli enti e delle partecipate della Regione”. Lo dicono il presidente Alice Anselmo ed il vice presidente del gruppo parlamentare PD Giovanni Panepinto a proposito dell’articolo 78 della finanziaria che prevedeva un limite massimo ai compensi bocciato  con voto segreto durante l’esame dell’aula. La bocciatura dell’articolo ha fatto saltare completamente il tetto degli emolumenti che è rimasto a 240 mila euro lordi annui

“E’ indispensabile – spiegano – che si torni a discutere al più presto di una norma votata all’unanimità in commissione bilancio e poi resa inapplicabile dal gioco del voto segreto. Chiederemo al presidente dell’Ars Ardizzone ed ai capigruppo di maggioranza – concludono – che il ddl venga stralciato  ed inviato alla commissione di merito per la valutazione,  affinché venga esitato un ddl che  arrivi  all’esame dell’aula già subito dopo la chiusura della sessione di bilancio ed affronti il tema in maniera organica”.

La norma prevista nella legge di stabilità prevedeva un limite massimo di 118 mila euro lordi annui per i dirigenti di enti controllati e partecipate. Limite abbassato a 79 mila da un emendamento, passato con voto segreto, del Movimento cinquestelle. L’intero articolo però a quel punto è stato bocciato. L’esito del voto di ieri è stato stigmatizzato dalle opposizioni. “Incredibile ma vero – è stato il commento di Santi Formica (Lista Musumeci) -. Il governo della rivoluzione e del risparmio ha bocciato una norma che aveva abbassato le spese della Regione”. E per Marco Falcone di Forza Italia “la ‘bocciatura’ della norma sul tetto di spesa dei dirigenti degli enti partecipati dalla Regione rappresenta un chiaro atto di mantenimento delle clientele e di conservazione della casta”.

“Questo a dimostrazione – ha commentato in merito al voto di ieri il 5 Stelle Giancarlo Cancelleri – che questo governo a trazione Pd, tutto vuole fare, tranne che vera spending review. Il nostro emendamento di certo non affamava nessuno. Ora il Pd spieghi ai siciliani che sono alle prese con costanti e sempre crescenti sacrifici questo intervento di pronto soccorso a favore della conservazione dei privilegi”.

Sempre in tema di stipendi dei superburocrati, i grillini dal canto loro lunedì avevano portato a casa, nel giorno in cui il governo era andato sotto sei volte in Aula, l’emendamento che tagliava di un milione di euro dal trattamento economico accessorio dei dirigenti. Una norma, passato malgrado il no del governo, che è stata criticata dai sindacati, che hanno parlato di “accanimento contro una categoria, privo di fondamento giuridico”. “Noi non attacchiamo lo stipendio dei dirigenti ma ci siamo concentrati sulla parte accessoria – commenta il 5 Stele Giorgio Ciaccio – . Abbiamo tolto veramente poco, un sacrificio in questo momento si può chiedere per il bene della collettività. Stiamo parlando dei premi che si assegnano per il raggiungimento degli obiettivi. Crediamo si debba ripensare il modo in cui si assegnano”.

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