Chiusa inchiesta su crollo solarium | Disastro colposo: 5 avvisi di garanzia - Live Sicilia

Chiusa inchiesta su crollo solarium | Disastro colposo: 5 avvisi di garanzia

Tutti i nomi degli indagati e le accuse.

Torre Archirafi
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CATANIA. E’ salito a cinque il numero degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del solarium “White sensation” di Torre Archirafi, solo per poco non trasformatosi in tragedia nel giugno dello scorso anno. La Procura di Catania ha notificato cinque avvisi di garanzia a Orazio Di Maria, ingegnere dell’ufficio tecnico comunale di Riposto, Salvatore Bonaccorso, direttore dei lavori e responsabile del cantiere, Rosario Grasso, esecutore materiale della costruzione, Sebastiano Sorbello, titolare della concessione comunale, e Giovanni Sorbello, gestore della piattaforma, gli ultimi due già iscritti nel registro degli indagati la scorsa estate.

Le ipotesi di reato per tutti sono disastro colposo e lesioni personali colpose per non aver rispettato, con imprudenza, negligenza o imperizia, le prescrizioni previste per la costruzione delle passerelle in legno aperte al pubblico, causandone così il crollo e mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone presenti il giorno dell’inaugurazione. Diciassette di loro hanno riportato, quella sera, lesioni, contusioni e traumi guaribili tra i trenta ed i tre giorni. L’ingegnere Orazio Di Maria è indagato per non aver esercitato, in qualità di Responsabile unico per i Lavori Pubblici del Comune di Riposto, il necessario controllo sulla progettazione e sulla costruzione del solarium e per non aver impedito l’apertura al pubblico prima del collaudo.

Salvatore Bonaccorso avrebbe realizzato, secondo l’ipotesi della Procura, nella veste di direttore dei lavori e del cantiere, un progetto non idoneo e non avrebbe esercitato anch’egli il dovuto controllo sulla successiva costruzione. Rosario Grasso, l’operaio che eseguì materialmente i lavori, non avrebbe invece seguito le prescrizioni tecniche realizzando una struttura non stabile. Infine Sebastiano e Giovanni Sorbello sono indagati, il primo per non aver impedito, in qualità di rappresentante legale dell’associazione titolare della concessione comunale, l’apertura al pubblico della piattaforma in mancanza del collaudo, ed il secondo, in qualità di gestore del solarium, per aver inaugurato la struttura senza averne verificato la stabilità.


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