Toti Lombardo a tutto campo| "Io il trota? Magari un tonno" - Live Sicilia

Toti Lombardo a tutto campo| “Io il trota? Magari un tonno”

"So di essere un privilegiato" ammette il figlio dell'ex governatore siciliano. Ma, assicura, "dietro ho un esercito di giovani". E, a proposito del padre, dice: "E' un demonio, ha sconfitto gli angeli del nulla. Spesso abbiamo avuto scontri".

L'intervista
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PALERMO – “Io un Trota in salsa siciliana? A Catania non esistono le trote, forse in qualche zona montana. Affibbiare etichette d’altronde è la solita e stupida abitudine che c’è in Italia: qualche amico mi ha consigliato l’immagine del tonno”. Loquace, ironico, affabile ecco Toti Lombardo, 23 anni, figlio di Raffaele, l’ex governatore della Sicilia, che si presenta alle regionali di ottobre nella lista del Mpa, appoggia il candidato governatore Gianfranco Micciché, senza alcuna esperienza in politica: “Ho solo distribuito volantini del movimento e attaccato manifesti”, dice. “Non sono ipocrita e so di essere un privilegiato rispetto a molti miei coetani – dice – Dirigenti Mpa in fuga per paura di me? No, solo singoli casi: io ho ottimi rapporti con tutti”. Il volto di Toti Lombardo è impresso in decine di manifesti elettorali, con lo slogan ‘Liberi di crederci”. Dietro, sostiene, “ho un esercito di giovani. Stiamo definendo un programma di nove punti . Ma non le solite parole fumose dei politici. Per ogni punto predisporremo un disegno di legge”.

“Non penso all’indennità da 15mila euro al mese o al vitalizio – assicura – e non mi occuperò di clientele e prebende: questo lavoro lo lascio ad altri deputati. Lavorerò per dare forza ai giovani”. “Mancano sette materie per la mia laurea in giurisprudenza alla Luiss, ho una media alta e il mio obiettivo è l’abilitazione”, dice. “Sicuramente non farò il politico per vent’anni – prosegue – Se e quando finirà l’esperienza autonomista non mi vedrete in un partito nazionale”.

Il giovane è autonomista convinto, come il padre al quale riconosce un grande merito: “Ha distrutto il vecchio sistema. Mio padre è un demonio: ha sconfitto gli angeli del nulla, ha scompaginato il consociativismo che ha devastato la Sicilia. Ha avviato un processo nuovo anticipando di due anni il governo Monti. Errori? Spesso abbiamo avuto scontri duri; si è sempre sottratto al mondo della comunicazione, è stato uno sbaglio”. “Tra tutti i candidati Micciché ha il curriculum migliore come amministratore – sostiene – Nello Musumeci e Rosario Crocetta non hanno l’esperienza di Gianfranco, Claudio Fava invece non ha mai fatto nulla”.

Tre nomi di presidenti della Regione siciliana: Silvio Milazzo, Piersanti Mattarella e Raffaele Lombardo: “Scelgo Lombardo, è la sintesi perfetta tra Milazzo e Mattarella”, risponde Toti. “Penso che mio padre continuerà a fare politica anche se con ruoli non di primo piano – dice – In famiglia abbiamo vissuto male la vicenda delle accuse per mafia. Ma dopo i primi giorni di scoramento, da futuro avvocato ho studiato le carte. Mio padre, unico caso in Italia, si è dimesso senza essere rinviato a giudizio, ha cercato di difendersi e accelerare l’iter giudiziario che stranamente è stato sempre rallentato con l’intento palese di creare un clamore mediatico. La sua è una vicenda paradossale”. La più grande delusione? “Il Pd, perché ha voltato le spalle al governo – dice – C’é un abisso tra la base, fatta di tanti giovani che credono nel cambiamento, e la classe dirigente siciliana e nazionale del Pd. Non condivido molte cose di Renzi, ma sono un sostenitore della sua battaglia perché il partito ha l’occasione di spazzare via personaggi che fanno politica da trent’anni”.


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