Trantino, giunta "matematica" e richieste dei consiglieri - Live Sicilia

Trantino, giunta “matematica” e richieste dei consiglieri

Accanto al nuovo primo cittadino potranno sedere dieci assessori. I primi nomi già circolano, ma la quadra è lontana.
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CATANIA – La regola dovrebbe essere: superato il dieci per cento dei consensi di lista, scatta il secondo assessore in giunta. O, aggiungendo qualche dose di complessità matematica, ogni 3,5 per cento di voti, tocca un assessore o una compensazione sul altre cariche o nelle società partecipate. La giunta di Catania non sarà né un Risiko né un puzzle: sarà, piuttosto, un confronto serrato con il pallottoliere. Il sindaco Enrico Trantino, e i partiti di centrodestra che gli hanno permesso una vittoria schiacciante, ha dieci caselle a disposizione. Dieci assessori per domare tutte le scalpitanti richieste di riconoscimento. Incluso qualche cambiamento nella squadra degli assessori designati che era stata annunciata prima del voto.

La partita del vicesindaco

Intanto, tra coloro che erano stati annunciati come componenti della giunta, è necessario segnalare i primi cambiamenti. Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia, era un nome di bandiera necessario a mettere tutti d’accordo e a occupare un posto che, dopo il voto, sarebbe stato assegnato all’anima del partito uscita vittoriosa. Che, a Catania, ha un volto e un nome: l’assessore regionale al Bilancio e commissario provinciale azzurro Marco Falcone. Il risultato della lista nel capoluogo etneo (il 12,43 per cento) vale, probabilmente, la vicesindacatura e un assessorato.

L’assessorato potrebbe andare a Giovanni Petralia: eletto con 1847 voti, uno dei ras delle preferenze emersi da questa tornata elettorale, già consigliere comunale nel quinquennio appena trascorso. La vicesindacatura, invece, se dovesse toccare ai forzisti, vedrebbe in pole position Massimo Pesce: assessore alla Polizia municipale fino al 2012, nella giunta allora guidata da Raffaele Stancanelli, in passato anche in giunta con Giuseppe Castiglione all’ex provincia. Uomo di struttura, vicecoordinatore provinciale del partito, spalle larghe e grande esperienza, di Pesce si era parlato già cinque anni fa, quando c’era da costruire la giunta di Salvo Pogliese. Ma poi non se n’era fatto niente. Se la vicesindacatura sarà berlusconiana, il nome dovrebbe essere il suo.

Se invece, come pare possa accadere, sul vicesindaco si dovessero addensare troppe richieste difficili da conciliare, un nome in campo per un secondo assessorato forzista dovrebbe essere quello di Antonio Villardita, vicecommissario di Forza Italia al Comune di Catania. Giovane, ragusano di nascita ma etneo d’adozione, avvocato, figlio d’arte, volto fresco, già candidato alle elezioni regionali del 2022 senza però essere riuscito a centrare un seggio a Palazzo dei Normanni: i numeri ce li ha tutti. Ma Villardita non sembra essere il solo forzista, oltre a Petralia e Pesce, a vedersi bene su una poltrona della giunta accanto al sindaco Trantino: anche chi si è candidato ma non è stato eletto potrebbe chiedere di essere tenuto in considerazione.

La DC cambia in corsa, l’Mpa punta sul Consiglio

Sempre in tema di assessori designati, oltre a Caruso a cambiare dovrebbe essere anche il nome espresso da Noi Moderati – Democrazia cristiana. Alessandro Chisari, avvocato e volto nuovo dei democristiani marca Totò Cuffaro, dovrebbe farsi da parte. E al posto suo i nomi in corsa per un assessorato sono due: il neorieletto consigliere comunale Maurizio Mirenda e l’ex assessore di Stancanelli Giuseppe Marletta. Sembra, però, che l’opzione più probabile sia la seconda. Perché Trantino in persona avrebbe manifestato più di qualche mal di pancia al pensiero di avere Mirenda (1485 voti) con sé in giunta.

I lombardiani (tra Grande Catania e Popolari e autonomisti portano a casa il 16,9 per cento dei voti) dovrebbero confermare l’assessorato di Alessandro Porto, com’era stato designato già prima delle consultazioni elettorali. E chiedere anche la presidenza del Consiglio comunale di Catania, che potrebbe andare di filato a Sebastiano Anastasi, primo degli eletti di Grande Catania e già presidente del Consiglio uscente. Come sempre, però, quando si parla di Raffaele Lombardo, nulla è certo: nel bilanciamento degli interessi, è anche possibile che le declinazioni dell’Mpa possano chiedere un secondo posto in giunta, memori dei cinque anni pogliesiani in cui hanno spesso lamentato di essere messi da parte.

La scelta di casa Lega

Da Prima l’Italia, cioè la Lega di Matteo Salvini, il primo assessore dovrebbe essere quello già noto: Andrea Guzzardi, imprenditore e già consigliere di municipalità. Per il secondo posto nella giunta di Trantino, invece, sembra ci sia ancora da discutere. Perché, in un quadro di poteri che guarda al nazionale e ai passi indietro pre-elettorali che sono stati fatti, il Carroccio potrebbe chiedere la vicesindacatura che i meri numeri assegnerebbero a Forza Italia. Il secondo nome che arriva dai salviniani sembrerebbe essere quello di Giuseppe Gelsomino, rieletto Consigliere comunale per il secondo mandato con 1513 preferenze.

Anche su di lui, però, i giochi non sono ancora fatti. Deciderà il partito, dice la sua classe dirigente, secondo il criterio che il tavolo del centrodestra ha scelto di seguire: essere il consigliere più votato di una lista, dunque, non dovrebbe garantire in automatico un posto al sole in giunta. Anche perché, visto l’andazzo generale, chi siederà poi tra gli scranni del senato cittadino?

La partita interna di Fratelli d’Italia

E da qui si arriva alla partita interna di Fratelli d’Italia: Luca Sangiorgio ha rinunciato alla ricandidatura al Consiglio comunale. Da uomo di partito, e fedelissimo di Salvo Pogliese, Sangiorgio ha fatto un passo indietro per lasciare spazio in lista a due candidati giovani e alla prima esperienza comunale. Un segnale di rinnovamento, ma anche una promozione: sono mesi che la proposta per lui è di fare l’assessore. Al fianco dell’ex assessore Sergio Parisi, al quale dovrebbero essere confermate le deleghe allo Sport e alle Politiche comunitarie.

Tutto sommato, se ci si fermasse qui la quadra sarebbe anche piuttosto facile. Ma pare che il nuovo primo cittadino debba tenere conto anche delle richieste che arrivano dall’aula consiliare. Due su tutte: Daniele Bottino e Andrea Barresi, duemila voti superati a testa, arrivano dalla lista di Fratelli d’Italia con un carico di consensi che è difficile da ignorare. Barresi è già stato assessore all’Ecologia e come Bottino, dicono i rumors, vorrebbe un assessorato. Dagli elenchi di FdI arriva anche Viviana Lombardo, che l’assessorato alle Attività produttive lo ha ereditato dal padre già negli ultimi scampoli della passata amministrazione: verso di lei adesso una parte dei meloniani vorrebbe fare pendere l’ago della bilancia.

Trantino, insomma, non può dire troppi sì al suo partito. A meno di rischiare di indispettire troppo tutti gli altri. Potrebbe, però, decidere di imporsi su alcune scelte e ridistribuire i pesi della giunta: potrebbe, per esempio, scegliere un vicesindaco di fiducia (Sergio Parisi?) e modificare, alla ricerca di nuovi equilibri, gli assetti previsti per la giunta. Qualcuno scommetterebbe che ci vorranno almeno un paio di settimane per sapere chi saranno tutti gli assessori e le assessore. E che sarà necessario un passaggio romano – per l’ennesima volta – per sciogliere nodi che, dipendesse dal territorio, rimarrebbero intrecciatissimi.


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