Trapani, vigilia d'orgoglio |L'attesa poi diventa gioia - Live Sicilia

Trapani, vigilia d’orgoglio |L’attesa poi diventa gioia

Il granata domina nei dintorni del "Provinciale". A fine gara la tensione lascia il posto alla festa.

Calcio - serie b
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TRAPANI – E’ la festa del Trapani, è la festa di Trapani. Un appuntamento da non perdere. Un sogno da vivere. L’opportunità di scoprirsi palcoscenico di spicco nel panorama del calcio nazionale dopo un percorso di uscita dall’anonimato e di rinascita. C’è la semifinale di ritorno dei playoff di Serie B con lo Spezia, la città gonfia il petto e mostra l’orgoglio di chi è giunto a pochi passi da un sogno che continua a essere sussurrato e che, in taluni casi, neanche si riesce a pronunciare. La voglia è quella di esserci, di vestire nel migliore dei modi lo stadio “Provinciale”, per un evento di indiscutibile prestigio. Bisogna esserci per potere raccontare alle generazioni future il significato di una partita che va ben oltre il mero evento sportivo.

Il granata domina nei dintorni dell’impianto ericino, pronto a gremirsi in ogni ordine di posto. L’attesa e la voglia di divertirsi contraddistinguono l’immediata vigilia. Si fanno confronti, paragoni, qualche battuta votata al campanilismo non manca. Ma non c’è molto tempo per pensare agli altri, il chiaro intento è quello di dare manforte a una squadra che non smette di stupire. Ognuno ha il suo idolo: spiccano la forza di Scognamiglio, la costanza di capitan Pagliarulo, la classe di Petkovic, l’efficacia di Coronado e il fiuto del gol di bomber Citro. Senza dimenticare Serse Cosmi, tecnico arrivato tra mille perplessità e adesso idolatrato dai chi ha a cuore le vicende della squadra presieduta da Vittorio Morace, meglio conosciuto come il comandante.

Il tempo dei derby nelle serie minori è oramai materiale per gli archivi. Si guarda avanti, si pensa all’immediato presente, a un momento di gloria da vivere nel migliore dei modi. Tra un pizzico di scaramanzia e ragionamenti calcistici di chi il calcio lo vive come una gioia. Come una festa. Dunque, nella maniera più giusta. Non solo le cinque torri: anche il calcio, adesso, vuol dire Trapani. E non soltanto a queste latitudini. Il club è cresciuto anno dopo anno, partita dopo partita, campionato dopo campionato. I suoi tifosi non sono stati da meno. E’ il trionfo di un modello e di un’identità ben precisa, mai smarrita e adesso vero e proprio punto di forza. La festa comincia e si tramuta in un tripudio dopo il 2-0 firmato da Scozzarella e Citro. Si va in finale. Ci sarà ancora da sognare.


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